donquixote
2005-10-07 22:08:41 UTC
Tempi duri per i Tre Piccoli Porcellini.
di Letizia Coppola per Novopress Italia
Calendari e giocattoli che raffigurano maiali sono stati vietati nel
municipio di Cucley, West Midlands, per non recare offesa al personale
musulmano.
Gli impiegati del Dipartimento ai Sussidi sono stati infatti obbligati a
togliere o nascondere tutti gli oggetti che rimandavano all'immagine del
maiale, compresi giocattoli, porcellane, ed anche una scatola di fazzoletti
in cui Winnie The Pooh è raffigurato insieme al suo amico Piglet, un
porcellino.
Tutto ciò è avvenuto in seguito alla denuncia , da parte di un musulmano,
contro alcuni "anti-stress" a forma di maialino che erano stati regalati nel
Municipio durante il periodo del Ramadan.
I musulmani non possono mangiare carne di maiale, come scritto nel Corano,
perché l'animale è considerato impuro e sporco.
Il Consigliere Mahbubur Rahman, musulmano praticante, ha sostenuto il
divieto, affermando che "E' un segno di tolleranza nei confronti del credo
delle altre persone".
No comment.
Il Giornale di Vicenza
No alla Moschea a Vicenza, si alle sale di preghiera.
La Moschea è per un mussulmano un luogo dell'Islam, segno tangibile della
conquista islamica di un territorio.
Nonostante i buoni rapporti con l'Islam, la Chiesa vicentina invita ad
accogliere la richiesta per sale di preghiera e a considerare quanto detto
sopra e la volontà generale dell'opinione pubblica al riguardo.
"Nel nostro Paese da sempre i fedeli di altre religioni o nuovi movimenti
religiosi hanno potuto usufruire di luoghi o sale di preghiera dove riunirsi
per svolgere le loro pratiche religiose. Anche i musulmani dunque hanno
diritto ad avere queste sale di preghiera. La moschea tuttavia, è bene
saperlo e tenerlo presente - si precisa nella nota - non è solo un luogo di
preghiera ma anche centro di cultura, di propaganda islamica e di promozione
politica, essendo religione e politica un tutt'uno nell'Islam. Per questo si
sente a volte parlare di Imam che vengono espulsi dal Paese perché hanno
approvato e incoraggiato il terrorismo durante la preghiera del venerdì
nella loro moschea. Non è questo però un fatto usuale - si sottolinea nella
nota - e non bisogna per questo considerare le moschee covi di terroristi o
quant'altro essendo frequentate da molta gente semplice e popolare che vive
pacificamente tra noi. La moschea comunque è considerata dai fedeli
musulmani terra che appartiene all'Islam e in qualche modo rappresenta il
segno visibile della conquista islamica del territorio in cui si
costituisce".
"Queste considerazioni - si osserva nella nota - unite a ragioni di
opportunità che tengano conto dell'opinione della gente in proposito, di
garanzie di legalità e di inserimento più o meno numeroso della comunità
islamica nel tessuto territoriale, possono guidare la scelta di concedere o
non concedere il via libera alla costruzione e funzionamento di una moschea.
La chiesa di Vicenza si augura che la richiesta di Sale di preghiera sia
accolta e sostenuta: per quanto riguarda la moschea - conclude la nota -
auspica che gli Enti locali esaminino e valutino tutti gli elementi che
occorre tenere presenti, senza pregiudizi, ma anche con la dovuta attenzione
e serietà del caso."
Il Secolo XIX
Moschea, padre Pala guida il corteo contro il progetto
CORNIGLIANO Ieri la marcia di protesta
La pioggia accompagna la prima discesa in piazza di padre Giacomo Pala,
parroco di San Giacomo di Cornigliano, contro il progetto - già approvato
dal Comune - di una moschea in via Coronata.
«È l'ultimo dei soprusi, adesso basta», scandisce padre Giacomo, in testa al
corteo che ieri pomeriggio ha paralizzato per un'ora buona il traffico in
mezzo ponente cittadino. La manifestazione comincia in sordina alle 16,30:
un centinaio di manifestanti si riunisce nei giardini Melis. In piazza,
oltre al battagliero parroco di Cornigliano, ci sono giovani e pensionati,
adolescenti e mamme con bambini.
A Cornigliano è la seconda manifestazione anti-moschea nel giro di una
settimana. Lunedì scorso, però, malgrado il tempo assai più clemente, la
protesta contro il centro islamico al posto delle ex officine Passalacqua
aveva raccolto appena una cinquantina di persone. Ieri, invece, l'iniziativa
organizzata dai "Liberi cittadini di Coronata e Cornigliano" ha portato
nelle strade del quartiere un centinaio di persone. Diventate circa il
doppio un'ora più tardi, quando il meteo si è fatto più benevolo.
«Non è in corso alcuna guerra di religione, semplicemente siamo stanchi di
subire le imposizioni di questa giunta», ripete padre Giacomo, storico
animatore delle proteste contro le acciaierie. Il sacerdote impugna un
microfono e porta, come un vessillo, il palo su cui sono sistemati due
altoparlanti. E' lo stesso dispositivo, quasi artigianale, usato durante le
processioni: «Che c'è di male? - dice padre Giacomo - ieri lo abbiamo
utilizzato per pregare, oggi per protestare». L'impatto della
manifestazione, anche ieri, è stato pesante. Gli oppositori della moschea
hanno sfilato avanti e indietro per via Cornigliano, dai giardini Melis a
piazza Massena (con blocco di via Coronata) e ritorno sino alla stazione
ferroviaria. Circolazione paralizzata a Cornigliano, Sampierdarena e Sestri.
"Tursi decide, Cornigliano subisce e basta"è scritto sullo striscione che
apre il corteo: «Giunta e circoscrizione non hanno ascoltato le ragioni
della gente», spiega Maurizio, 27 anni, operaio, che arringa la folla con un
megafono: «In via Coronata ci ritroveremo centinaia di islamici, tra cui
molti immigrati clandestini. E questo in un quartiere che già subisce
drammaticamente gli effetti negativi della massiccia immigrazione
straniera». Cristina Pozzi, del Comitato per Cornigliano, invita a firmare
la petizione anti-moschea: «Qui nessuno la vuole, il Comune deve tenerne
conto».
E. Ga.
di Letizia Coppola per Novopress Italia
Calendari e giocattoli che raffigurano maiali sono stati vietati nel
municipio di Cucley, West Midlands, per non recare offesa al personale
musulmano.
Gli impiegati del Dipartimento ai Sussidi sono stati infatti obbligati a
togliere o nascondere tutti gli oggetti che rimandavano all'immagine del
maiale, compresi giocattoli, porcellane, ed anche una scatola di fazzoletti
in cui Winnie The Pooh è raffigurato insieme al suo amico Piglet, un
porcellino.
Tutto ciò è avvenuto in seguito alla denuncia , da parte di un musulmano,
contro alcuni "anti-stress" a forma di maialino che erano stati regalati nel
Municipio durante il periodo del Ramadan.
I musulmani non possono mangiare carne di maiale, come scritto nel Corano,
perché l'animale è considerato impuro e sporco.
Il Consigliere Mahbubur Rahman, musulmano praticante, ha sostenuto il
divieto, affermando che "E' un segno di tolleranza nei confronti del credo
delle altre persone".
No comment.
Il Giornale di Vicenza
No alla Moschea a Vicenza, si alle sale di preghiera.
La Moschea è per un mussulmano un luogo dell'Islam, segno tangibile della
conquista islamica di un territorio.
Nonostante i buoni rapporti con l'Islam, la Chiesa vicentina invita ad
accogliere la richiesta per sale di preghiera e a considerare quanto detto
sopra e la volontà generale dell'opinione pubblica al riguardo.
"Nel nostro Paese da sempre i fedeli di altre religioni o nuovi movimenti
religiosi hanno potuto usufruire di luoghi o sale di preghiera dove riunirsi
per svolgere le loro pratiche religiose. Anche i musulmani dunque hanno
diritto ad avere queste sale di preghiera. La moschea tuttavia, è bene
saperlo e tenerlo presente - si precisa nella nota - non è solo un luogo di
preghiera ma anche centro di cultura, di propaganda islamica e di promozione
politica, essendo religione e politica un tutt'uno nell'Islam. Per questo si
sente a volte parlare di Imam che vengono espulsi dal Paese perché hanno
approvato e incoraggiato il terrorismo durante la preghiera del venerdì
nella loro moschea. Non è questo però un fatto usuale - si sottolinea nella
nota - e non bisogna per questo considerare le moschee covi di terroristi o
quant'altro essendo frequentate da molta gente semplice e popolare che vive
pacificamente tra noi. La moschea comunque è considerata dai fedeli
musulmani terra che appartiene all'Islam e in qualche modo rappresenta il
segno visibile della conquista islamica del territorio in cui si
costituisce".
"Queste considerazioni - si osserva nella nota - unite a ragioni di
opportunità che tengano conto dell'opinione della gente in proposito, di
garanzie di legalità e di inserimento più o meno numeroso della comunità
islamica nel tessuto territoriale, possono guidare la scelta di concedere o
non concedere il via libera alla costruzione e funzionamento di una moschea.
La chiesa di Vicenza si augura che la richiesta di Sale di preghiera sia
accolta e sostenuta: per quanto riguarda la moschea - conclude la nota -
auspica che gli Enti locali esaminino e valutino tutti gli elementi che
occorre tenere presenti, senza pregiudizi, ma anche con la dovuta attenzione
e serietà del caso."
Il Secolo XIX
Moschea, padre Pala guida il corteo contro il progetto
CORNIGLIANO Ieri la marcia di protesta
La pioggia accompagna la prima discesa in piazza di padre Giacomo Pala,
parroco di San Giacomo di Cornigliano, contro il progetto - già approvato
dal Comune - di una moschea in via Coronata.
«È l'ultimo dei soprusi, adesso basta», scandisce padre Giacomo, in testa al
corteo che ieri pomeriggio ha paralizzato per un'ora buona il traffico in
mezzo ponente cittadino. La manifestazione comincia in sordina alle 16,30:
un centinaio di manifestanti si riunisce nei giardini Melis. In piazza,
oltre al battagliero parroco di Cornigliano, ci sono giovani e pensionati,
adolescenti e mamme con bambini.
A Cornigliano è la seconda manifestazione anti-moschea nel giro di una
settimana. Lunedì scorso, però, malgrado il tempo assai più clemente, la
protesta contro il centro islamico al posto delle ex officine Passalacqua
aveva raccolto appena una cinquantina di persone. Ieri, invece, l'iniziativa
organizzata dai "Liberi cittadini di Coronata e Cornigliano" ha portato
nelle strade del quartiere un centinaio di persone. Diventate circa il
doppio un'ora più tardi, quando il meteo si è fatto più benevolo.
«Non è in corso alcuna guerra di religione, semplicemente siamo stanchi di
subire le imposizioni di questa giunta», ripete padre Giacomo, storico
animatore delle proteste contro le acciaierie. Il sacerdote impugna un
microfono e porta, come un vessillo, il palo su cui sono sistemati due
altoparlanti. E' lo stesso dispositivo, quasi artigianale, usato durante le
processioni: «Che c'è di male? - dice padre Giacomo - ieri lo abbiamo
utilizzato per pregare, oggi per protestare». L'impatto della
manifestazione, anche ieri, è stato pesante. Gli oppositori della moschea
hanno sfilato avanti e indietro per via Cornigliano, dai giardini Melis a
piazza Massena (con blocco di via Coronata) e ritorno sino alla stazione
ferroviaria. Circolazione paralizzata a Cornigliano, Sampierdarena e Sestri.
"Tursi decide, Cornigliano subisce e basta"è scritto sullo striscione che
apre il corteo: «Giunta e circoscrizione non hanno ascoltato le ragioni
della gente», spiega Maurizio, 27 anni, operaio, che arringa la folla con un
megafono: «In via Coronata ci ritroveremo centinaia di islamici, tra cui
molti immigrati clandestini. E questo in un quartiere che già subisce
drammaticamente gli effetti negativi della massiccia immigrazione
straniera». Cristina Pozzi, del Comitato per Cornigliano, invita a firmare
la petizione anti-moschea: «Qui nessuno la vuole, il Comune deve tenerne
conto».
E. Ga.