donquixote
2009-02-24 22:35:20 UTC
La storia in rete
Questioni dinastiche
Savoia-Aosta: ritorno al futuro
Il ramo buono
Il recente matrimonio fra Aimone di Savoia-Aosta e Olga
di Grecia apre nuovi scenari all'interno di Casa Savoia
per chiarire le questioni dinastiche.
E chiudere vecchie controversie.
Che hanno radici antiche nella genealogia e nella Storia.
di Aldo A. Mola
Sono passate in sordina le nozze tra Aimone di Savoia-Aosta,
duca delle Puglie, e Olga di Grecia.
Eppure costituiscono un evento importante.
Benché possa apparire secondario, merita elogio
la sobrietà della cerimonia: una lezione di stile in tempi
di ostentazione sguaiata...
Senza imboccare il labirinto delle relazioni tra le dinastie europee,
va ricordato che sia i Duchi di Savoia e Aosta sia i Reali di Grecia
hanno legami secolari con tutte le Case per secoli sui troni del Vecchio
Continente e di imperi un tempo spazianti dalle Americhe alle Marianne,
da insediamenti in Cina e India a gran parte dell'Africa.
La ricostruzione analitica dei rapporti tra Casa Savoia e le diverse
dinastie (dai Braganza ai Romanov, dai Saxe-Coburgo-Gotha
ai Borbone Orléans, e quindi con le Corone di Belgio e Danimarca,
oltre che con quella del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda...)
richiederebbe molto spazio ma va nondimeno accennata
per capire il rilievo storico generale delle nozze di Pàtmos.
Per meglio comprenderlo basti sottolineare che il duca Aimone,
41 anni, dirigente di una grande impresa italiana a Mosca,
è discendente diretto di Vittorio Emanuele II (1822-1878),
re di Sardegna all'abdicazione del padre, Carlo Alberto
(23 marzo 1849), e proclamato primo re d'Italia il 17 marzo
1861. Carlo Alberto ereditò il trono da Carlo Felice (1821-1831)
benché fosse suo parente di tredicesimo grado.
Tra i figli di Vittorio Emanuele II i primi due divennero re.
Il maggiore, Umberto, fu il secondo re d'Italia (padre di Vittorio
Emanuele III e nonno di Umberto II); il secondo, Amedeo duca
d'Aosta (1845-1890), fu re di Spagna dal 1870 al 1873.
Lasciò quattro maschi. Il primogenito, Emanuele Filiberto,
nella Grande Guerra comandò la Terza Armata. Fu sospettato
di «simpatie» per la svolta fascista del 28-30 ottobre 1922,
anche se poi nessuno ricorda che essa fu approvata anche
da Alcide De Gasperi, Enrico De Nicola, Benedetto Croce ecc.
I suoi fratelli furono Vittorio Emanuele conte di Torino, Luigi
Amedeo Duca degli Abruzzi, Umberto conte di Salemi:
militari, esploratori, studiosi...
Da Anna di Borbone Orléans, Emanuele Filiberto
ebbe due figli.
Il primo, Amedeo (1898-1942) fu viceré d'Etiopia in successione
a Rodolfo Graziani. Fatalmente abbandonato a se stesso
con l'intervento nella Seconda guerra mondiale, finì
per doversi arrendere agli inglesi, anche se con l'onore delle armi.
Morì in prigionia in Kenya, ove è sepolto, rifiutando il rimpatrio
per restare accanto ai suoi soldati prigionieri.
[Commovente e edificante fu la morte dell'eroe dell'Amba Alagi,
prigioniero degli inglesi, in Kenia. Aggravandosi la sua malattia,
fece chiamare il cappellano e chiese i sacramenti. Dopo la confessione,
chiese la comunione. Poichè era sera, il sacerdote disse che occorreva
rinviarla al mattino seguente, quando avrebbe celebrato la Messa
e consacrato le ostie.
Allora Amedeo, forse presentendo inconsciamente la morte,
che sarebbe in effetti poi sopraggiunta nel corso della notte,
insistette, dicendo: "Si potrebbe andare a prendere il viatico
in qualche chiesa cattolica della città, adesso."
Il cappellano assentì, l'ufficiale inglese di servizio accettò di portarlo
in automobile alla chiesa irlandese, il generale Nasi si offrì di
accompagnarli perchè il cappellano non parlava inglese.
Mezz'ora dopo il sacerdote tornò con l'ostia consacrata.
L'attendente Gallini fece per uscire, ma il duca ordinò:
"Rimani, Gallini; chiama anche Campi. Desidero che siate presenti."
I due affezionati ex-corazzieri si accostarono a una parete
e si misero sull'attenti, commossi.
Amedeo era semiseduto, ansimava, il viso e il collo bagnati di sudore;
al momento di ricevere la comunione si tirò su con uno sforzo,
fece il segno della croce e assinse l'ostia; poi si abbattè sui cuscini.
Al medico italiano disse: "Come è bello essere in pace con Dio,
con gli uomini, con se stessi. Questo è ciò che veramente conta....
Domattina faccia un telegramma alla mamma per tutti i miei,
dicendo che ho ricevuto i Sacramenti in piena coscienza...
[La madre, Elena di Orleans
http://tinyurl.com/ar2975
in gioventù rinunciò a sposare il principe di Galles, erede
al trono inglese, perchè avrebbe dovuto abiurare alla fede
cattolica, e abbracciare l'eresia protestante anglicana...
Quando si fidanzò con Emanuele Filiberto di Savoia Aosta,
i ministri liberali, massoni e anticattolici, si misero a parlare
di una "congiura guelfa", e tentarono, invano, di impedire
il matrimonio con la "clericale oltranzista"...
In seguito D'Annunzio, ricordando che Elena era una lontana
discendente del Re Santo Luigi IX di Francia
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le dedicò una sua bellissima poesia:
Sii benedetta, o Elena di Francia,
nel mar nostro che vide San Luigi
armato della croce e della lancia
fare il passaggio coi baroni ligi
su le navi di Genova e prostrato
sotto i suoi gigli attendere i prodigi,
sii benedetta; ché ritorna il fato
d'amore all'acque istesse e in te rigiura
il santo Re di lacrime beato....]
"Mi sento tranquillo anche se dovessi morire,
ma vedrà che me la caverò.
Però se dovessi morire...
Quante volte ho pensato che sarebbe stato meglio morire
sull'Amba Alagi.
Ricorda?
Si poteva morire benissimo lassù!
Ma adesso capisco che sarebbe stato vanità, e bisogna accettare
di morire anche in un ospedale, in mano al nemico....".
Il duca chiese di riposare, e si addormentò.
Ma verso le 3,30 della notte sopravvenne una crisi mortale,
e il cappellano fece appena in tempo ad amministrare l'Estrema Unzione.
Il duca d'Aosta potè quindi affrontare il suo ultimo
e più importante combattimento, quello spirituale,
munito di tutti i Sacramenti...
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http://tinyurl.com/bvk37k
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http://www.santiebeati.it/dettaglio/94456
http://tinyurl.com/8uf4lq
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]
Il secondogenito, Aimone (1900-1948), proclamato re di Croazia
(ove non mise piede), da Irene di Grecia ebbe Amedeo, quinto duca
d'Aosta, nato nel 1943, e attuale Capo della Casa di Savoia.
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http://tinyurl.com/865x5g
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http://tinyurl.com/8wdp9h
http://tinyurl.com/8lzsvu
La sua successione a re Umberto II, parente di settimo grado,
come Capo di Casa Savoia, non è stata voluta da lui.
Vittorio Emanuele
http://tinyurl.com/2vstvk
(nato a Napoli nel 1937), figlio ed erede di re Umberto II, scelse
di contrarre le nozze con Marina Doria Ricolfi
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(a Las Vegas in forma civile, poi a Teheran) senza previo consenso
paterno, in aperta e intenzionale violazione delle norme che regolano
la Casa.
Perciò il rango e i diritti di erede passarono dal re al nipote Amedeo,
come del resto Umberto II aveva comunicato al figlio (discendente,
ma ora non più erede dinastico) sin dal 1960.
Quando il 13 giugno 1946 lasciò l'Italia per l'estero Umberto II
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partì da re, senza riconoscere i risultati del referendum, che del resto
non erano ancora stati proclamati, e tale rimase sino alla morte
(18 marzo 1983) con pienissima ed esclusiva potestà regia.
Dunque, quanti si sono raccolti a Pàtmos per il matrimonio,
non si sono trovati solo per una festa di famiglia, ma anche
per riconoscere in Aimone il principe ereditario in successione
al padre, Amedeo di Savoia-Aosta, Capo della Casa e principe
ereditario della corona del regno d'Italia.
La storia non ha fretta, come dimostrano l'ascesa al trono di Carlo Alberto,
l'instaurazione di Juan Carlos a Madrid, il ruolo di Simeone di Bulgaria
nel suo Paese, la totale riabilitazione dello zar Nicola II in Russia...
Basta osservare le regole.
Il Principe Amedeo di Savoia-Aosta ha espresso l'assenso preventivo
alle nozze, chiesto dal figlio secondo le norme della Casa, e le ha
comunicate a chi di diritto. In un mondo che cambia, le nozze di Pàtmos
tra Aimone di Savoia e Olga di Grecia sono state una conferma
di regole secolari.
UMI
Ballando con Filiberto
Emanuele Filiberto
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è stato ingaggiato in TV per quello che meglio gli riesce di fare.
Con Ballando con le Stelle, a stretta ruota di C'è Posta per Te, che seguiva
Il Ballo delle Debuttanti, entra ufficialmente nel professionalismo
televisivo da collega del suo amico Cucuzza ed altri simili suoi intimi.
Poi, tenterà con...? E chissà, San Remo?
Gli auguriamo ogni successo in proposito (deve pure mantenersi).
Ma lo sbugiarderemo ogni volta che si presenterà o si lascerà
presentare come principe reale, che non è mai stato, ed ogni volta
che ripeterà le sue solite fandonie sui suoi nonni Savoia.
Anche se di Savoia ha solo il cognome, Filiberto deve imparare
a rispettarlo.
Grand Hotel
Il principe: «Danzo in tivù perché ho bisogno di soldi».
Se questo è un povero...
di Franco Sammartino
Fa discutere la partecipazione di Emanuele Filiberto di Savoia
al varietà di Raiuno "Ballando con le stelle".
Il nipote di re Umberto II, come un operaio che non arriva a fine
mese, dice che le figlie costano e che deve darsi da fare.
Ma siamo sicuri?
Sentiamo il parere dei monarchici.
«Tengo famiglia». A quanto pare la recessione tocca anche
le famiglie reali. Già, il principe "tiene famiglia".
E che famiglia, verrebbe da dire. Non se ne abbia a male,
il principino, se la gente "comune" si farà quattro risate,
pensando alla sua "povertà".
Dunque, Emanuele Filiberto di Savoia, 36 anni, va in tivù
per guadagnare un po' di quattrini. Dal 10 gennaio farà
parte del programma di Milly Carlucci "Ballando con le stelle"
in onda su Raiuno. Non sappiamo quale sarà il suo compenso.
Di certo il principe di Venezia e Piemonte a quei soldi non può
rinunciare perché a sentir lui se non è con l'acqua alla gola poco ci manca.
«Ho una famiglia e due bambine da mantenere», spiega il figlio
di Vittorio Emanuele di Savoia e di Marina Doria.
Quasi a mettere le mani avanti, come se avesse la coda di paglia,
si dice già dispiaciuto se dagli ambienti monarchici qualche
critica gli pioverà addosso.
Ma è un eufemismo. Molto più di una critica arriva anche, anzi,
soprattutto da chi continua a essere fedele alla monarchia, come
Sergio Boschiero
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segretario nazionale dell'Unione Monarchica Italiana, che si dice
semplicemente disgustato dalla partecipazione del giovane Savoia
al programma della Carlucci.
Signor Boschiero la sera del 10 gennaio si metterà in poltrona davanti
alla tivù per godersi il ballo di Emanuele Filiberto?
«No, grazie. Non ci penso neppure. Mi verrebbe il mal di stomaco.
Provo infinita tristezza nel sapere che il nipote di re Umberto II
possa scendere a simili livelli. Non mi aspettavo davvero una cosa
simile, suo nonno si rivolterà nella tomba. Penso tutto il male possibile
di questa esibizione televisiva e come me, credo, lo pensino le migliaia
di italiani fedeli ai valori della monarchia.
Ma non voglio aggiungere altro, non voglio sprecare altre parole
sulla questione».
E ci va giù pesante anche il conte Jacopo Guicciardini, grande amico
del duca Amedeo Savoia-Aosta, storico cugino-rivale di Vittorio Emanuele
di Savoia, al quale contende il diritto alla successione del trono d'Italia.
Allora, conte, che idea si è fatto dell'ultima trovata del giovane Savoia?
«Potrei dirle che ci fa la figura dello sciacquino. Ma se penso a tutto
quello che ha combinato Vittorio Emanuele, andrà bene anche
risponderle che da tanto padre non poteva che arrivare tanto figlio.
È una questione genetica, il Dna non mente.
Perché va in tivù? Mah forse adora apparire in pubblico».
Lui, però, dice che lo fa soltanto per soldi.
«Sì l'ho letto sui giornali. Dice che "tiene famiglia". Un'altra occasione
persa per starsene zitto, una cosa ridicola e davvero di pessimo gusto.
Del resto i Savoia
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ci hanno abituati a tutte le figuracce possibili e immaginabili,
che di certo non hanno fatto onore alla monarchia.
Penso ancora con rabbia a quando, alcuni anni fa, dopo aver
per oltre mezzo secolo supplicato di poter tornare in Italia,
si sono permessi di chiedere qualcosa come 260 milioni di euro
per presunti danni subìti dall'esilio svizzero durato oltre mezzo secolo.
Inaudito. Con quale faccia arrivarono a tanto? E meno male che
gli italiani fecero una bella pernacchia al principino, che si degnò
di soprassedere alle sue pretese economiche. Se non sbaglio,
su un sito Internet ci fu addirittura la proposta di indire
un referendum per rispedirli in Svizzera».
A dire il vero, in seguito il rampollo di Casa Savoia chiese scusa
agli italiani e disse che la sua voleva essere una provocazione
per rimarcare che lui non aveva alcuna colpa per essere stato
condannato a vivere tanti anni lontano dall'Italia. E comunque
le zie paterne, Maria Gabriella e Maria Beatrice si dissociarono
subito dalla sensazionale richiesta di danni del nipote.
«Se è per questo, le principesse Maria Gabriella e Maria Beatrice,
ma anche Maria Pia di Savoia, che definirono assurde le richieste
di Emanuele Filiberto, avevano avuto già grossi dissidi con il
fratello Vittorio Emanuele. E non è un caso che nella successione
dinastica siano schierate dalla parte di Amedeo d'Aosta.
E ora ci risiamo. Ancora una figuraccia. Ma come, viviamo
un momento drammatico, ci sono davvero famiglie in Italia
che tirano la cinghia perché non arrivano a fine mese e lui,
come se vivesse in due locali in affitto, dice che gli servono soldi
per sopravvivere? Ma come si permette?
Questo è uno schiaffo alla miseria.
I suoi genitori hanno una villa sul lago di Ginevra, una a Gstaad
e un'altra in Corsica. Per non parlare della madre, che nel denaro
ci ha sempre sguazzato: si può credere alla storiella che l'adorato
figlio unico sia in mezzo a una strada?»
Mondogossip
Sua Altezza, Emanuele Filiberto balla con le stelle e....per il vil denaro
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Il principe, in verità, partecipa alla nuova edizione di "Ballando
con le stelle".
Un principe, vero fa parte del cast del reality di Milly Carlucci,
in onda su RaiUno, da sabato 10 gennaio.
Una partecipazione molto criticata, del resto è il primo membro di una
famiglia reale a partecipare ad una trasmissione televisiva e, non un
formale talk show in prime time per parlare di problemi politici o
economici, assolutamente no, solo per ballare...
La televisione e il mondo dello spettacolo, per lui non sono una novità.
Grazie all' aiuto di Fabio Fazio ha partecipato come inviato speciale di
Quelli che il calcio. Famoso e contestato protagonista, qualche tempo fa,
di alcuni spot televisivi per una nota marca di olive
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Recentemente, il Principe di Venezia e del Piemonte,
ha anche partecipato, in veste di opinionista,
alla trasmissione targata Canale 5, Il Ballo delle
debuttanti condotto da Rita dalla Chiesa.
Per Emanuele Filiberto Ballando con le stelle non è un reality ma
un "workshop" in diretta, affidato ad una donna di gran classe
come Milly Carlucci, che lo ha fortemente voluto.
Non sa ballare, dichiara lui, ma si diverte molto, ci mancherebbe
altro, per imparare a ballare, viene pagato e, fra l' altro, è affiancato
da quella splendida creatura di Natalia Titova, insieme formano
una coppia veramente glamour.
http://tinyurl.com/a6ul23
Ma la sua bella moglie d'oltralpe, Clotilde Courau, che dice?
UMI
Comunicato della Consulta dei Senatori del Regno
Mentre la luce del Sole Invitto riprende la sua corsa ascendente,
la Consulta dei Senatori del Regno partecipa della felicità
dei Principi Aimone di Savoia, Duca delle Puglie, e Olga di Grecia.
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Essi hanno assicurato e assicurano la continuità della Real Casa
che continua nel tempo, secondo le norme fissate dalle Regie Patenti
e dall'immodificabile legge salica.
I Consultori odono e riecheggiano il lamento che giunge dagli abissi marini,
dai monti, dalle lande desertiche, ove caddero quanti scesero in battaglia
gridando "Savoia!"; ascoltano e ripetono l'indignazione di chi si prodigò
per il bene inseparabile del Re, dei suoi legittimi successori
e dell'Italia.
Gli uni e gli altri ora apprendono che non già lo Stellone sibbene
le stelline di un set televisivo ispireranno le movenze del nipote
di Re Umberto II
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inorridito e muto nel sepolcro di Hautecombe.
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I Consultori ricordano che il duca Emanuele Filiberto di Savoia,
"Testa di Ferro"
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http://tinyurl.com/8f5uwe
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rimeritò lo Stato guidando le truppe imperiali a San Quintino
e conquistò ammirazione universale con le navi vittoriose sui turchi
nella battaglia di Lepanto.
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I cittadini italiani, monarchici e non, sentono urgenza di esempi
di disciplina, moralità civile, rigore e dignità per affrontare
le impegnative prove imposte dalla crisi finanziaria mondiale
e le sue ricadute sull'economia, sul lavoro, sullo stile di vita.
Il Meridiano
Casa Savoia e Padre Pio. Il "mistero" della profezia
di Giovanna Ciacciulli
C'è forse celata la risposta ad una profezia di Padre Pio
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nella cripta dove riposa il corpo del Santo di Pietrelcina
a San Giovanni Rotondo?
Potrebbe essere così. Infatti, nello spoglio sotterraneo dove è seppellito
il santo frate francescano è visibile, unica opera d'arte esposta, un
insolito basso rilievo bronzeo contenente un possibile segreto.
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A guardarla distrattamente l'opera non sembra molto diversa da tante
altre a carattere sacro. Attrae, se mai, l'insolito titolo dell'opera:
"Maestà e bellezza ti stanno intorno". Soggetto della rappresentazione,
stando al titolo, è Gesù bambino, che sarebbe circondato da
personaggi che simboleggerebbero "maestà" e "bellezza".
Nel bassorilievo è ritratto Padre Pio che regge in braccio un agnellino.
Di fronte al frate vi è scolpita la sacra famiglia composta
da San Giuseppe e dalla Madonna con in grembo il bambino Gesù.
Compare poi un gruppo di due giovanetti e una ragazzina inginocchiati
attorno alla sacra famiglia. Ed è proprio qui che vi è un particolare
insolito. Tutti i componenti la sacra raffigurazione sono rappresentati
nei tradizionali abiti dell'antichità. Tutti, eccettuati due personaggi:
lo stesso padre Pio, che veste il saio francescano, ed uno dei ragazzi
che è ritratto in abito moderno da cerimonia. A guardare bene quest'ultima
figura c'è da restare di stucco. Il ragazzo indossa una onorificenza
sabauda. Si tratta del collare della santissima Annunziata.
Il giovane ritratto è Aimone di Savoia-Aosta,
duca delle Puglie, quando era poco più che bambino.
Ma chi è Aimone di Savoia?
Perché il giovane principe, che all'epoca sarebbe stato solo il quarto
nella linea di successione dinastica dei Savoia, venne ritratto in quel
bassorilievo quale simbolo della regalità?
Quel ruolo, all'epoca, sarebbe dovuto competere ad altri.
Si voleva dare un messaggio?
Si è voluto forse dire che un giorno Aimone diverrà Re?
Ed ancora, quali rapporti possono essere intercorsi tra Casa Savoia
e il frate per giustificare una simbologia così forte nell'opera d'arte
esposta nella cripta a San Giovanni Rotondo?
La questione è delicata. A San Giovanni Rotondo qualcuno ricorda
che a ridosso delle seconda guerra mondiale venne in visita
da padre Pio la futura regina d'Italia Maria Josè.
http://tinyurl.com/7z4vtf
Durante un toccante incontro il frate profetizzò alla principessa
che nel futuro della dinastia ci sarebbero state molte sofferenze,
che il trono sarebbe stato perso, e che a seguito di ciò vi sarebbe
stato un amaro esilio.
Maria Josè ha più volte confermato la veridicità dell'episodio
e della profezia avveratasi sin nei minimi particolari.
Secondo molte voci Padre Pio avrebbe aggiunto che il tronco
principale della dinastia sarebbe seccato [Savoia-Carignano]
ma che un altro ramo della pianta [Savoia-Aosta] avrebbe
nuovamente dato dei germogli al casato.
[A questo proposito c'è una cosa interessante
che riguarda i Savoia-Carignano.
Don Bosco, nel 1854-'55, ha fatto di tutto perché
non fosse approvata la legge contro i conventi,
la prima delle leggi eversive anticattoliche
volute dai Savoia.
Scrisse anche a Vittorio Emanuele II.
Don Bosco era noto per essere un profeta e le persone
stavano molto attente a quello che diceva.
Egli fece un sogno e scrisse al re di aver visto un valletto
con la livrea rossa che diceva: «Grande funerale a corte».
Dopo una settimana riscrive dicendo di aver sognato nuovamente
il valletto con la livrea rossa che diceva: «Grandi funerali a corte».
Don Bosco, sulla base di questi sogni, esortava il sovrano a non firmare
la legge. Ebbene, in un mese muoiono la madre del re,
di cinquantatre anni, la moglie del re, di trentatre anni,
il fratello, di ventisette anni, l'ultimogenito di quattro mesi.
Vittorio Emanuele firma e Don Bosco manda alle stampe un libro
che riporta sul frontespizio una frase di Sant'Ambrogio:
«I beni di chi ruba alla Chiesa non arrivano alla quarta generazione».
I Savoia-Carignano non sono arrivati alla quarta generazione:
con Umberto II è venuta meno la loro sovranità sull'Italia.
Curioso, vero? ]
Le recenti vicende giudiziarie che hanno portato all'arresto del figlio
di Re Umberto II e di Maria Josè, Vittorio Emanuele,
http://tinyurl.com/2vstvk
e che hanno visto coinvolto anche il figlio di quest'ultimo,
Emanuele Filiberto,
http://tinyurl.com/d4bblx
sono solo le ultime arrivate di una lunga sequenza di scandali
che hanno rivelato volgarità ed avidità. A seguito di questi scandali
e di altre questioni dinastiche, secondo Maria Gabriella di Savoia,
figlia maggiore di Re Umberto, e secondo il parere della Consulta
dei Senatori del Regno, Vittorio Emanuele e suo figlio Emanuele
Filiberto avrebbero perso ogni diritto di successione.
Il ramo principale di Casa Savoia, dinasticamente parlando,
sarebbe dunque secco. La profezia sarebbe adempiuta.
Ma chi potrebbe ridare vita al casato?
Forse un suggerimento viene proprio da quel bassorilievo concepito
negli ambienti dei figli spirituali di San Padre Pio. Forse una speranza
per il casato potrebbe essere quel giovane principe che, ritratto nel basso
rilievo posto nella cripta a San Giovanni Rotondo rappresenta la "regalità"
e che, insieme con gli altri personaggi simboleggianti la "bellezza",
rende omaggio a Gesù bambino.
Su questo tema c'è grande riserbo. Nessuno, compreso l'interessato,
vuole esprimere apertamente giudizi. Aimone è il figlio del duca
Amedeo di Savoia-Aosta
http://tinyurl.com/98th54
ed è nato nel 1967. Un anno prima
della morte di Padre Pio.
La nonna di Aimone, la principessa Irene di Grecia, devotissima
di Padre Pio, raccomandò alle preghiere del frate la sorte
e il futuro del bambino il quale nacque il 13 ottobre, anniversario
dell'ultima apparizione della Madonna di Fatima.
Il battesimo, svoltosi a Fiesole in Toscana, vide padrini del bambino
il futuro Re di Spagna Juan Carlos ed il Re Costantino di Grecia.
Particolare fu l'acqua benedetta con cui fu amministrato il battesimo.
Si usarono porzioni d'acqua provenienti da diversi fiumi.
Dal Giordano, fiume caro ai cristiani e nelle cui acque Gesù ricevette
il battesimo. Dal Piave e dall'Isonzo, fiumi sacri all'Italia in ricordo
dell'eroismo, delle lacrime e del sangue versato dai soldati durante
la prima guerra mondiale. Al raggiungimento del 15 anno di età
da parte di Aimone, Re Umberto II insignì il giovane principe
dell'Ordine supremo della Santissima Annunziata.
Oggi Aimone vive in Russia a Mosca dove lavora per la Pirelli.
Ha da poco sposato la principessa Olga di Grecia.
Sarà Aimone il predestinato a ridare un futuro alla dinastia che
oltre mille anni fa, dalla terra di Savoia, si affacciò alla storia
per opera di Umberto Biancamano?
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Il Piave
E PADRE PIO DISSE: AVANTI SAVOIA!!!
Ma il futuro Re sarebbe Aimone di Savoia-Aosta,
il figlio di Amedeo
Gilberto Smaniotto
Un articolo apparso su un settimanale nelle scorse settimane,
ha riportato una delle profezie di Padre Pio, il Santo da Pietralcina
venerato e pregato da milioni di fedeli in tutto il mondo, riguardante
la restaurazione della Monarchia in Italia.
Che il Santo da Pietralcina avesse simpatie monarchiche [e fasciste....]
http://tinyurl.com/c5fqbn
e che avesse davvero profetizzato il ritorno in Italia della Monarchia
è fatto accertato e conosciuto, anche se quasi totalmente sottaciuto
da almeno vent'anni.
Veniamo ai fatti riportati.
Durante l'esilio ginevrino, la Regina Maria Josè, moglie
di Re Umberto II, tenne una corrispondenza con il santo,
che la consolava delle sofferenze patite all'estero a causa
della lontananza forzata dall'Italia che le era stata imposta.
Su una lettera indirizzata alla Regina, il Santo scrive:
"Maestà, la Monarchia tornerà in Italia, e un suo parente
diventerà Re".
A molti sembrerà incredibile, eppure il santo già aveva dato
in precedenza una amara previsione alla stessa Maria Josè,
e questa, puntualmente, come aveva avvertito il santo, si realizzò.
Sul finire degli anni trenta la Regina si era recata in pellegrinaggio
a fargli visita, e il Santo la sorprese, profetizzandole la fine
della Monarchia di lì a poco, e avvertendola di stare pronta,
perchè non avrebbe avuto quasi neanche il tempo di accorgersene
per la velocità con cui si sarebbero susseguiti gli eventi,
che come si sa la avrebbero destinata all'esilio.
Invece, nella previsione sulla restaurazione monarchica in Italia,
Padre Pio individuò anche e con grande probabilità l'identità
del futuro Re. Nella lettera scritta dal frate, non è indicato
un discendente diretto del ramo Savoia-Carignano, e quindi
della famiglia di Vittorio Emanuele.
Anzi per quel ramo di Casa Savoia il frate scrisse che sarebbe
"rinsecchito come foglie secche su di un albero".
"Un diverso ramo di Casa Savoia restaurerà la Monarchia
in Italia, -continua il Santo nella missiva,-e riporterà Casa Savoia
alle antiche glorie e agli antichi splendori".
Sembra netta l'indicazione per il ramo Savoia-Aosta, di cui
il Principe Amedeo è Capo
http://tinyurl.com/8hwrg4
e che è stato riconosciuto ufficialmente come Capo di Casa Savoia
in data 9 luglio 2006, dalla Consulta dei Senatori del Regno,
organo creato da Re Umberto II negli anni '50.
Amedeo di Savoia-Aosta è stato riconosciuto Capo della Casa Reale
anche dalle sorelle di Vittorio Emanuele, tra cui Maria Gabriella,
che più volte si è dichiarata indignata del comportamento
"non consono per un Savoia" tenuto dal fratello.
In occasione dei festeggiamenti tenuti in onore del riconoscimento
da parte della Chiesa di Roma della santità di Padre Pio, i frati
del monastero, interpretando il volere di questi, non invitarono
un rappresentante delle autorità statali alle cerimonie religiose,
ma vollero e ottennero la presenza di Aimone di Savoia-Aosta,
figlio ereditario del Principe Amedeo.
Proprio nella cripta del Santo, un bassorilievo riporta l'immagine
di Padre Pio intento a predicare.
Di fronte a lui sono rappresentati un gruppo di persone raccolte
in preghiera e tra di queste spicca un giovinetto dell'età apparente
di circa quindici anni. Il ragazzo rappresentato lascia increduli
chi osserva il bassorilievo, in quanto indossa riconoscibilissimo
un Collare dell'Annunziata, e perchè è identico al Principe
Aimone di Savoia all'età di quindici anni.
Ma il bassorilievo venne realizzato quando il santo morì,
e Aimone di Savoia aveva solo un anno.
Come poteva l'artista realizzare una raffigurazione così precisa?
Si è alluso sulla stampa al fatto che il santo avesse dato istruzioni
riguardo all'opera.
Intanto proprio il luglio scorso il Principe Aimone
è stato incaricato dal padre di riorganizzare gli Ordini
Dinastici di Casa Savoia dopo i recenti scandali sulla
loro gestione da parte di Vittorio Emanuele.
"Intendo eseguire il volere testamentario di Re Umberto II al riguardo,
-ha spiegato il Principe in una recente intervista, - e tutti i Collari
dell'Annunziata creati da Vittorio Emanuele dopo il 1983, dovranno
essere restituiti e portati a Roma dove verranno deposti all'Altare
della Patria.
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Istituita la COMMISSIONE di AGIOGRAFIA
La Commissione di Agiografia del Movimento
«Rinnovamento nella Tradizione», che oggi, 6 gennaio 2009,
giorno dell'Epifania del Signore, inizia le sue attività,
si propone di ricercare, studiare, promuovere e divulgare
le diverse figure di beati e di testimoni del Vangelo che hanno
ampiamente costellato Casa Savoia.
Tali esemplari modelli di cristianità e di santità, sconosciuti ai più,
potranno finalmente essere riportati alla luce, divenendo così, oggetto
di interesse e di devozione, offrendo, allo stesso tempo, la dimostrazione
di quanto la corrispondenza alla chiamata e alla volontà di Dio
abbia caratterizzato la pietas e, soprattutto, la carithas dei Savoia.
Sovrani e sovrane, principi e principesse, duchi e duchesse, conti e
contesse della dinastia sabauda sono stati interpreti della luce del Vangelo
e oggi, poiché la Parola di Dio è eterna, possono continuare a dare
testimonianza del loro credo e degli alti ideali che hanno incarnato,
ideali che li hanno portati a compiere imprese che continuano a dare
tuttora i loro frutti.
Alcuni sono già beati e attendono di essere canonizzati, per altri sono
stati avviati, nel passato, remoto o prossimo, i processi di canonizzazione,
per altri ancora è indiscussa la fama di santità, alcuni, infine, hanno dato
prova di saper unire grande fede a grande sagacia politica: proposito della
Commissione è proprio quello di inventariare queste figure e collocarle
nella loro giusta posizione e di porle all'attenzione di tutti, facendo
emergere tutta la verità storica che li riguarda, senza le reticenze che
ancor oggi, purtroppo, caratterizzano buona parte dell'approccio
storiografico a queste figure.
Verrà pertanto a rendersi visibile quell'interessantissimo mosaico tra
Vangelo misto a storie patrie, dove gli eventi europei ed italiani si
intrecceranno in un caleidoscopio di virtù, a volte anche eroiche, da cui
si ergeranno, finalmente, quelle personalità che appartengono di diritto
alla Storia che distingue l'Europa e l'Occidente dal resto del mondo:
veri e propri paladini, lungo i secoli, della civiltà cristiana.
"Odite iniquitatem, custodite iudicium, facite iustitiam,
diligite pauperes, et Dominus dabit pacem in finibus vestris"
Beato Amedeo IX di Savoia
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Questioni dinastiche
Savoia-Aosta: ritorno al futuro
Il ramo buono
Il recente matrimonio fra Aimone di Savoia-Aosta e Olga
di Grecia apre nuovi scenari all'interno di Casa Savoia
per chiarire le questioni dinastiche.
E chiudere vecchie controversie.
Che hanno radici antiche nella genealogia e nella Storia.
di Aldo A. Mola
Sono passate in sordina le nozze tra Aimone di Savoia-Aosta,
duca delle Puglie, e Olga di Grecia.
Eppure costituiscono un evento importante.
Benché possa apparire secondario, merita elogio
la sobrietà della cerimonia: una lezione di stile in tempi
di ostentazione sguaiata...
Senza imboccare il labirinto delle relazioni tra le dinastie europee,
va ricordato che sia i Duchi di Savoia e Aosta sia i Reali di Grecia
hanno legami secolari con tutte le Case per secoli sui troni del Vecchio
Continente e di imperi un tempo spazianti dalle Americhe alle Marianne,
da insediamenti in Cina e India a gran parte dell'Africa.
La ricostruzione analitica dei rapporti tra Casa Savoia e le diverse
dinastie (dai Braganza ai Romanov, dai Saxe-Coburgo-Gotha
ai Borbone Orléans, e quindi con le Corone di Belgio e Danimarca,
oltre che con quella del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda...)
richiederebbe molto spazio ma va nondimeno accennata
per capire il rilievo storico generale delle nozze di Pàtmos.
Per meglio comprenderlo basti sottolineare che il duca Aimone,
41 anni, dirigente di una grande impresa italiana a Mosca,
è discendente diretto di Vittorio Emanuele II (1822-1878),
re di Sardegna all'abdicazione del padre, Carlo Alberto
(23 marzo 1849), e proclamato primo re d'Italia il 17 marzo
1861. Carlo Alberto ereditò il trono da Carlo Felice (1821-1831)
benché fosse suo parente di tredicesimo grado.
Tra i figli di Vittorio Emanuele II i primi due divennero re.
Il maggiore, Umberto, fu il secondo re d'Italia (padre di Vittorio
Emanuele III e nonno di Umberto II); il secondo, Amedeo duca
d'Aosta (1845-1890), fu re di Spagna dal 1870 al 1873.
Lasciò quattro maschi. Il primogenito, Emanuele Filiberto,
nella Grande Guerra comandò la Terza Armata. Fu sospettato
di «simpatie» per la svolta fascista del 28-30 ottobre 1922,
anche se poi nessuno ricorda che essa fu approvata anche
da Alcide De Gasperi, Enrico De Nicola, Benedetto Croce ecc.
I suoi fratelli furono Vittorio Emanuele conte di Torino, Luigi
Amedeo Duca degli Abruzzi, Umberto conte di Salemi:
militari, esploratori, studiosi...
Da Anna di Borbone Orléans, Emanuele Filiberto
ebbe due figli.
Il primo, Amedeo (1898-1942) fu viceré d'Etiopia in successione
a Rodolfo Graziani. Fatalmente abbandonato a se stesso
con l'intervento nella Seconda guerra mondiale, finì
per doversi arrendere agli inglesi, anche se con l'onore delle armi.
Morì in prigionia in Kenya, ove è sepolto, rifiutando il rimpatrio
per restare accanto ai suoi soldati prigionieri.
[Commovente e edificante fu la morte dell'eroe dell'Amba Alagi,
prigioniero degli inglesi, in Kenia. Aggravandosi la sua malattia,
fece chiamare il cappellano e chiese i sacramenti. Dopo la confessione,
chiese la comunione. Poichè era sera, il sacerdote disse che occorreva
rinviarla al mattino seguente, quando avrebbe celebrato la Messa
e consacrato le ostie.
Allora Amedeo, forse presentendo inconsciamente la morte,
che sarebbe in effetti poi sopraggiunta nel corso della notte,
insistette, dicendo: "Si potrebbe andare a prendere il viatico
in qualche chiesa cattolica della città, adesso."
Il cappellano assentì, l'ufficiale inglese di servizio accettò di portarlo
in automobile alla chiesa irlandese, il generale Nasi si offrì di
accompagnarli perchè il cappellano non parlava inglese.
Mezz'ora dopo il sacerdote tornò con l'ostia consacrata.
L'attendente Gallini fece per uscire, ma il duca ordinò:
"Rimani, Gallini; chiama anche Campi. Desidero che siate presenti."
I due affezionati ex-corazzieri si accostarono a una parete
e si misero sull'attenti, commossi.
Amedeo era semiseduto, ansimava, il viso e il collo bagnati di sudore;
al momento di ricevere la comunione si tirò su con uno sforzo,
fece il segno della croce e assinse l'ostia; poi si abbattè sui cuscini.
Al medico italiano disse: "Come è bello essere in pace con Dio,
con gli uomini, con se stessi. Questo è ciò che veramente conta....
Domattina faccia un telegramma alla mamma per tutti i miei,
dicendo che ho ricevuto i Sacramenti in piena coscienza...
[La madre, Elena di Orleans
http://tinyurl.com/ar2975
in gioventù rinunciò a sposare il principe di Galles, erede
al trono inglese, perchè avrebbe dovuto abiurare alla fede
cattolica, e abbracciare l'eresia protestante anglicana...
Quando si fidanzò con Emanuele Filiberto di Savoia Aosta,
i ministri liberali, massoni e anticattolici, si misero a parlare
di una "congiura guelfa", e tentarono, invano, di impedire
il matrimonio con la "clericale oltranzista"...
In seguito D'Annunzio, ricordando che Elena era una lontana
discendente del Re Santo Luigi IX di Francia
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le dedicò una sua bellissima poesia:
Sii benedetta, o Elena di Francia,
nel mar nostro che vide San Luigi
armato della croce e della lancia
fare il passaggio coi baroni ligi
su le navi di Genova e prostrato
sotto i suoi gigli attendere i prodigi,
sii benedetta; ché ritorna il fato
d'amore all'acque istesse e in te rigiura
il santo Re di lacrime beato....]
"Mi sento tranquillo anche se dovessi morire,
ma vedrà che me la caverò.
Però se dovessi morire...
Quante volte ho pensato che sarebbe stato meglio morire
sull'Amba Alagi.
Ricorda?
Si poteva morire benissimo lassù!
Ma adesso capisco che sarebbe stato vanità, e bisogna accettare
di morire anche in un ospedale, in mano al nemico....".
Il duca chiese di riposare, e si addormentò.
Ma verso le 3,30 della notte sopravvenne una crisi mortale,
e il cappellano fece appena in tempo ad amministrare l'Estrema Unzione.
Il duca d'Aosta potè quindi affrontare il suo ultimo
e più importante combattimento, quello spirituale,
munito di tutti i Sacramenti...
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http://tinyurl.com/bvk37k
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http://www.santiebeati.it/dettaglio/94456
http://tinyurl.com/8uf4lq
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Il secondogenito, Aimone (1900-1948), proclamato re di Croazia
(ove non mise piede), da Irene di Grecia ebbe Amedeo, quinto duca
d'Aosta, nato nel 1943, e attuale Capo della Casa di Savoia.
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http://tinyurl.com/865x5g
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http://tinyurl.com/8wdp9h
http://tinyurl.com/8lzsvu
La sua successione a re Umberto II, parente di settimo grado,
come Capo di Casa Savoia, non è stata voluta da lui.
Vittorio Emanuele
http://tinyurl.com/2vstvk
(nato a Napoli nel 1937), figlio ed erede di re Umberto II, scelse
di contrarre le nozze con Marina Doria Ricolfi
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(a Las Vegas in forma civile, poi a Teheran) senza previo consenso
paterno, in aperta e intenzionale violazione delle norme che regolano
la Casa.
Perciò il rango e i diritti di erede passarono dal re al nipote Amedeo,
come del resto Umberto II aveva comunicato al figlio (discendente,
ma ora non più erede dinastico) sin dal 1960.
Quando il 13 giugno 1946 lasciò l'Italia per l'estero Umberto II
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partì da re, senza riconoscere i risultati del referendum, che del resto
non erano ancora stati proclamati, e tale rimase sino alla morte
(18 marzo 1983) con pienissima ed esclusiva potestà regia.
Dunque, quanti si sono raccolti a Pàtmos per il matrimonio,
non si sono trovati solo per una festa di famiglia, ma anche
per riconoscere in Aimone il principe ereditario in successione
al padre, Amedeo di Savoia-Aosta, Capo della Casa e principe
ereditario della corona del regno d'Italia.
La storia non ha fretta, come dimostrano l'ascesa al trono di Carlo Alberto,
l'instaurazione di Juan Carlos a Madrid, il ruolo di Simeone di Bulgaria
nel suo Paese, la totale riabilitazione dello zar Nicola II in Russia...
Basta osservare le regole.
Il Principe Amedeo di Savoia-Aosta ha espresso l'assenso preventivo
alle nozze, chiesto dal figlio secondo le norme della Casa, e le ha
comunicate a chi di diritto. In un mondo che cambia, le nozze di Pàtmos
tra Aimone di Savoia e Olga di Grecia sono state una conferma
di regole secolari.
UMI
Ballando con Filiberto
Emanuele Filiberto
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è stato ingaggiato in TV per quello che meglio gli riesce di fare.
Con Ballando con le Stelle, a stretta ruota di C'è Posta per Te, che seguiva
Il Ballo delle Debuttanti, entra ufficialmente nel professionalismo
televisivo da collega del suo amico Cucuzza ed altri simili suoi intimi.
Poi, tenterà con...? E chissà, San Remo?
Gli auguriamo ogni successo in proposito (deve pure mantenersi).
Ma lo sbugiarderemo ogni volta che si presenterà o si lascerà
presentare come principe reale, che non è mai stato, ed ogni volta
che ripeterà le sue solite fandonie sui suoi nonni Savoia.
Anche se di Savoia ha solo il cognome, Filiberto deve imparare
a rispettarlo.
Grand Hotel
Il principe: «Danzo in tivù perché ho bisogno di soldi».
Se questo è un povero...
di Franco Sammartino
Fa discutere la partecipazione di Emanuele Filiberto di Savoia
al varietà di Raiuno "Ballando con le stelle".
Il nipote di re Umberto II, come un operaio che non arriva a fine
mese, dice che le figlie costano e che deve darsi da fare.
Ma siamo sicuri?
Sentiamo il parere dei monarchici.
«Tengo famiglia». A quanto pare la recessione tocca anche
le famiglie reali. Già, il principe "tiene famiglia".
E che famiglia, verrebbe da dire. Non se ne abbia a male,
il principino, se la gente "comune" si farà quattro risate,
pensando alla sua "povertà".
Dunque, Emanuele Filiberto di Savoia, 36 anni, va in tivù
per guadagnare un po' di quattrini. Dal 10 gennaio farà
parte del programma di Milly Carlucci "Ballando con le stelle"
in onda su Raiuno. Non sappiamo quale sarà il suo compenso.
Di certo il principe di Venezia e Piemonte a quei soldi non può
rinunciare perché a sentir lui se non è con l'acqua alla gola poco ci manca.
«Ho una famiglia e due bambine da mantenere», spiega il figlio
di Vittorio Emanuele di Savoia e di Marina Doria.
Quasi a mettere le mani avanti, come se avesse la coda di paglia,
si dice già dispiaciuto se dagli ambienti monarchici qualche
critica gli pioverà addosso.
Ma è un eufemismo. Molto più di una critica arriva anche, anzi,
soprattutto da chi continua a essere fedele alla monarchia, come
Sergio Boschiero
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segretario nazionale dell'Unione Monarchica Italiana, che si dice
semplicemente disgustato dalla partecipazione del giovane Savoia
al programma della Carlucci.
Signor Boschiero la sera del 10 gennaio si metterà in poltrona davanti
alla tivù per godersi il ballo di Emanuele Filiberto?
«No, grazie. Non ci penso neppure. Mi verrebbe il mal di stomaco.
Provo infinita tristezza nel sapere che il nipote di re Umberto II
possa scendere a simili livelli. Non mi aspettavo davvero una cosa
simile, suo nonno si rivolterà nella tomba. Penso tutto il male possibile
di questa esibizione televisiva e come me, credo, lo pensino le migliaia
di italiani fedeli ai valori della monarchia.
Ma non voglio aggiungere altro, non voglio sprecare altre parole
sulla questione».
E ci va giù pesante anche il conte Jacopo Guicciardini, grande amico
del duca Amedeo Savoia-Aosta, storico cugino-rivale di Vittorio Emanuele
di Savoia, al quale contende il diritto alla successione del trono d'Italia.
Allora, conte, che idea si è fatto dell'ultima trovata del giovane Savoia?
«Potrei dirle che ci fa la figura dello sciacquino. Ma se penso a tutto
quello che ha combinato Vittorio Emanuele, andrà bene anche
risponderle che da tanto padre non poteva che arrivare tanto figlio.
È una questione genetica, il Dna non mente.
Perché va in tivù? Mah forse adora apparire in pubblico».
Lui, però, dice che lo fa soltanto per soldi.
«Sì l'ho letto sui giornali. Dice che "tiene famiglia". Un'altra occasione
persa per starsene zitto, una cosa ridicola e davvero di pessimo gusto.
Del resto i Savoia
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ci hanno abituati a tutte le figuracce possibili e immaginabili,
che di certo non hanno fatto onore alla monarchia.
Penso ancora con rabbia a quando, alcuni anni fa, dopo aver
per oltre mezzo secolo supplicato di poter tornare in Italia,
si sono permessi di chiedere qualcosa come 260 milioni di euro
per presunti danni subìti dall'esilio svizzero durato oltre mezzo secolo.
Inaudito. Con quale faccia arrivarono a tanto? E meno male che
gli italiani fecero una bella pernacchia al principino, che si degnò
di soprassedere alle sue pretese economiche. Se non sbaglio,
su un sito Internet ci fu addirittura la proposta di indire
un referendum per rispedirli in Svizzera».
A dire il vero, in seguito il rampollo di Casa Savoia chiese scusa
agli italiani e disse che la sua voleva essere una provocazione
per rimarcare che lui non aveva alcuna colpa per essere stato
condannato a vivere tanti anni lontano dall'Italia. E comunque
le zie paterne, Maria Gabriella e Maria Beatrice si dissociarono
subito dalla sensazionale richiesta di danni del nipote.
«Se è per questo, le principesse Maria Gabriella e Maria Beatrice,
ma anche Maria Pia di Savoia, che definirono assurde le richieste
di Emanuele Filiberto, avevano avuto già grossi dissidi con il
fratello Vittorio Emanuele. E non è un caso che nella successione
dinastica siano schierate dalla parte di Amedeo d'Aosta.
E ora ci risiamo. Ancora una figuraccia. Ma come, viviamo
un momento drammatico, ci sono davvero famiglie in Italia
che tirano la cinghia perché non arrivano a fine mese e lui,
come se vivesse in due locali in affitto, dice che gli servono soldi
per sopravvivere? Ma come si permette?
Questo è uno schiaffo alla miseria.
I suoi genitori hanno una villa sul lago di Ginevra, una a Gstaad
e un'altra in Corsica. Per non parlare della madre, che nel denaro
ci ha sempre sguazzato: si può credere alla storiella che l'adorato
figlio unico sia in mezzo a una strada?»
Mondogossip
Sua Altezza, Emanuele Filiberto balla con le stelle e....per il vil denaro
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Il principe, in verità, partecipa alla nuova edizione di "Ballando
con le stelle".
Un principe, vero fa parte del cast del reality di Milly Carlucci,
in onda su RaiUno, da sabato 10 gennaio.
Una partecipazione molto criticata, del resto è il primo membro di una
famiglia reale a partecipare ad una trasmissione televisiva e, non un
formale talk show in prime time per parlare di problemi politici o
economici, assolutamente no, solo per ballare...
La televisione e il mondo dello spettacolo, per lui non sono una novità.
Grazie all' aiuto di Fabio Fazio ha partecipato come inviato speciale di
Quelli che il calcio. Famoso e contestato protagonista, qualche tempo fa,
di alcuni spot televisivi per una nota marca di olive
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Recentemente, il Principe di Venezia e del Piemonte,
ha anche partecipato, in veste di opinionista,
alla trasmissione targata Canale 5, Il Ballo delle
debuttanti condotto da Rita dalla Chiesa.
Per Emanuele Filiberto Ballando con le stelle non è un reality ma
un "workshop" in diretta, affidato ad una donna di gran classe
come Milly Carlucci, che lo ha fortemente voluto.
Non sa ballare, dichiara lui, ma si diverte molto, ci mancherebbe
altro, per imparare a ballare, viene pagato e, fra l' altro, è affiancato
da quella splendida creatura di Natalia Titova, insieme formano
una coppia veramente glamour.
http://tinyurl.com/a6ul23
Ma la sua bella moglie d'oltralpe, Clotilde Courau, che dice?
UMI
Comunicato della Consulta dei Senatori del Regno
Mentre la luce del Sole Invitto riprende la sua corsa ascendente,
la Consulta dei Senatori del Regno partecipa della felicità
dei Principi Aimone di Savoia, Duca delle Puglie, e Olga di Grecia.
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Essi hanno assicurato e assicurano la continuità della Real Casa
che continua nel tempo, secondo le norme fissate dalle Regie Patenti
e dall'immodificabile legge salica.
I Consultori odono e riecheggiano il lamento che giunge dagli abissi marini,
dai monti, dalle lande desertiche, ove caddero quanti scesero in battaglia
gridando "Savoia!"; ascoltano e ripetono l'indignazione di chi si prodigò
per il bene inseparabile del Re, dei suoi legittimi successori
e dell'Italia.
Gli uni e gli altri ora apprendono che non già lo Stellone sibbene
le stelline di un set televisivo ispireranno le movenze del nipote
di Re Umberto II
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inorridito e muto nel sepolcro di Hautecombe.
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I Consultori ricordano che il duca Emanuele Filiberto di Savoia,
"Testa di Ferro"
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http://tinyurl.com/8f5uwe
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rimeritò lo Stato guidando le truppe imperiali a San Quintino
e conquistò ammirazione universale con le navi vittoriose sui turchi
nella battaglia di Lepanto.
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I cittadini italiani, monarchici e non, sentono urgenza di esempi
di disciplina, moralità civile, rigore e dignità per affrontare
le impegnative prove imposte dalla crisi finanziaria mondiale
e le sue ricadute sull'economia, sul lavoro, sullo stile di vita.
Il Meridiano
Casa Savoia e Padre Pio. Il "mistero" della profezia
di Giovanna Ciacciulli
C'è forse celata la risposta ad una profezia di Padre Pio
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nella cripta dove riposa il corpo del Santo di Pietrelcina
a San Giovanni Rotondo?
Potrebbe essere così. Infatti, nello spoglio sotterraneo dove è seppellito
il santo frate francescano è visibile, unica opera d'arte esposta, un
insolito basso rilievo bronzeo contenente un possibile segreto.
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A guardarla distrattamente l'opera non sembra molto diversa da tante
altre a carattere sacro. Attrae, se mai, l'insolito titolo dell'opera:
"Maestà e bellezza ti stanno intorno". Soggetto della rappresentazione,
stando al titolo, è Gesù bambino, che sarebbe circondato da
personaggi che simboleggerebbero "maestà" e "bellezza".
Nel bassorilievo è ritratto Padre Pio che regge in braccio un agnellino.
Di fronte al frate vi è scolpita la sacra famiglia composta
da San Giuseppe e dalla Madonna con in grembo il bambino Gesù.
Compare poi un gruppo di due giovanetti e una ragazzina inginocchiati
attorno alla sacra famiglia. Ed è proprio qui che vi è un particolare
insolito. Tutti i componenti la sacra raffigurazione sono rappresentati
nei tradizionali abiti dell'antichità. Tutti, eccettuati due personaggi:
lo stesso padre Pio, che veste il saio francescano, ed uno dei ragazzi
che è ritratto in abito moderno da cerimonia. A guardare bene quest'ultima
figura c'è da restare di stucco. Il ragazzo indossa una onorificenza
sabauda. Si tratta del collare della santissima Annunziata.
Il giovane ritratto è Aimone di Savoia-Aosta,
duca delle Puglie, quando era poco più che bambino.
Ma chi è Aimone di Savoia?
Perché il giovane principe, che all'epoca sarebbe stato solo il quarto
nella linea di successione dinastica dei Savoia, venne ritratto in quel
bassorilievo quale simbolo della regalità?
Quel ruolo, all'epoca, sarebbe dovuto competere ad altri.
Si voleva dare un messaggio?
Si è voluto forse dire che un giorno Aimone diverrà Re?
Ed ancora, quali rapporti possono essere intercorsi tra Casa Savoia
e il frate per giustificare una simbologia così forte nell'opera d'arte
esposta nella cripta a San Giovanni Rotondo?
La questione è delicata. A San Giovanni Rotondo qualcuno ricorda
che a ridosso delle seconda guerra mondiale venne in visita
da padre Pio la futura regina d'Italia Maria Josè.
http://tinyurl.com/7z4vtf
Durante un toccante incontro il frate profetizzò alla principessa
che nel futuro della dinastia ci sarebbero state molte sofferenze,
che il trono sarebbe stato perso, e che a seguito di ciò vi sarebbe
stato un amaro esilio.
Maria Josè ha più volte confermato la veridicità dell'episodio
e della profezia avveratasi sin nei minimi particolari.
Secondo molte voci Padre Pio avrebbe aggiunto che il tronco
principale della dinastia sarebbe seccato [Savoia-Carignano]
ma che un altro ramo della pianta [Savoia-Aosta] avrebbe
nuovamente dato dei germogli al casato.
[A questo proposito c'è una cosa interessante
che riguarda i Savoia-Carignano.
Don Bosco, nel 1854-'55, ha fatto di tutto perché
non fosse approvata la legge contro i conventi,
la prima delle leggi eversive anticattoliche
volute dai Savoia.
Scrisse anche a Vittorio Emanuele II.
Don Bosco era noto per essere un profeta e le persone
stavano molto attente a quello che diceva.
Egli fece un sogno e scrisse al re di aver visto un valletto
con la livrea rossa che diceva: «Grande funerale a corte».
Dopo una settimana riscrive dicendo di aver sognato nuovamente
il valletto con la livrea rossa che diceva: «Grandi funerali a corte».
Don Bosco, sulla base di questi sogni, esortava il sovrano a non firmare
la legge. Ebbene, in un mese muoiono la madre del re,
di cinquantatre anni, la moglie del re, di trentatre anni,
il fratello, di ventisette anni, l'ultimogenito di quattro mesi.
Vittorio Emanuele firma e Don Bosco manda alle stampe un libro
che riporta sul frontespizio una frase di Sant'Ambrogio:
«I beni di chi ruba alla Chiesa non arrivano alla quarta generazione».
I Savoia-Carignano non sono arrivati alla quarta generazione:
con Umberto II è venuta meno la loro sovranità sull'Italia.
Curioso, vero? ]
Le recenti vicende giudiziarie che hanno portato all'arresto del figlio
di Re Umberto II e di Maria Josè, Vittorio Emanuele,
http://tinyurl.com/2vstvk
e che hanno visto coinvolto anche il figlio di quest'ultimo,
Emanuele Filiberto,
http://tinyurl.com/d4bblx
sono solo le ultime arrivate di una lunga sequenza di scandali
che hanno rivelato volgarità ed avidità. A seguito di questi scandali
e di altre questioni dinastiche, secondo Maria Gabriella di Savoia,
figlia maggiore di Re Umberto, e secondo il parere della Consulta
dei Senatori del Regno, Vittorio Emanuele e suo figlio Emanuele
Filiberto avrebbero perso ogni diritto di successione.
Il ramo principale di Casa Savoia, dinasticamente parlando,
sarebbe dunque secco. La profezia sarebbe adempiuta.
Ma chi potrebbe ridare vita al casato?
Forse un suggerimento viene proprio da quel bassorilievo concepito
negli ambienti dei figli spirituali di San Padre Pio. Forse una speranza
per il casato potrebbe essere quel giovane principe che, ritratto nel basso
rilievo posto nella cripta a San Giovanni Rotondo rappresenta la "regalità"
e che, insieme con gli altri personaggi simboleggianti la "bellezza",
rende omaggio a Gesù bambino.
Su questo tema c'è grande riserbo. Nessuno, compreso l'interessato,
vuole esprimere apertamente giudizi. Aimone è il figlio del duca
Amedeo di Savoia-Aosta
http://tinyurl.com/98th54
ed è nato nel 1967. Un anno prima
della morte di Padre Pio.
La nonna di Aimone, la principessa Irene di Grecia, devotissima
di Padre Pio, raccomandò alle preghiere del frate la sorte
e il futuro del bambino il quale nacque il 13 ottobre, anniversario
dell'ultima apparizione della Madonna di Fatima.
Il battesimo, svoltosi a Fiesole in Toscana, vide padrini del bambino
il futuro Re di Spagna Juan Carlos ed il Re Costantino di Grecia.
Particolare fu l'acqua benedetta con cui fu amministrato il battesimo.
Si usarono porzioni d'acqua provenienti da diversi fiumi.
Dal Giordano, fiume caro ai cristiani e nelle cui acque Gesù ricevette
il battesimo. Dal Piave e dall'Isonzo, fiumi sacri all'Italia in ricordo
dell'eroismo, delle lacrime e del sangue versato dai soldati durante
la prima guerra mondiale. Al raggiungimento del 15 anno di età
da parte di Aimone, Re Umberto II insignì il giovane principe
dell'Ordine supremo della Santissima Annunziata.
Oggi Aimone vive in Russia a Mosca dove lavora per la Pirelli.
Ha da poco sposato la principessa Olga di Grecia.
Sarà Aimone il predestinato a ridare un futuro alla dinastia che
oltre mille anni fa, dalla terra di Savoia, si affacciò alla storia
per opera di Umberto Biancamano?
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Il Piave
E PADRE PIO DISSE: AVANTI SAVOIA!!!
Ma il futuro Re sarebbe Aimone di Savoia-Aosta,
il figlio di Amedeo
Gilberto Smaniotto
Un articolo apparso su un settimanale nelle scorse settimane,
ha riportato una delle profezie di Padre Pio, il Santo da Pietralcina
venerato e pregato da milioni di fedeli in tutto il mondo, riguardante
la restaurazione della Monarchia in Italia.
Che il Santo da Pietralcina avesse simpatie monarchiche [e fasciste....]
http://tinyurl.com/c5fqbn
e che avesse davvero profetizzato il ritorno in Italia della Monarchia
è fatto accertato e conosciuto, anche se quasi totalmente sottaciuto
da almeno vent'anni.
Veniamo ai fatti riportati.
Durante l'esilio ginevrino, la Regina Maria Josè, moglie
di Re Umberto II, tenne una corrispondenza con il santo,
che la consolava delle sofferenze patite all'estero a causa
della lontananza forzata dall'Italia che le era stata imposta.
Su una lettera indirizzata alla Regina, il Santo scrive:
"Maestà, la Monarchia tornerà in Italia, e un suo parente
diventerà Re".
A molti sembrerà incredibile, eppure il santo già aveva dato
in precedenza una amara previsione alla stessa Maria Josè,
e questa, puntualmente, come aveva avvertito il santo, si realizzò.
Sul finire degli anni trenta la Regina si era recata in pellegrinaggio
a fargli visita, e il Santo la sorprese, profetizzandole la fine
della Monarchia di lì a poco, e avvertendola di stare pronta,
perchè non avrebbe avuto quasi neanche il tempo di accorgersene
per la velocità con cui si sarebbero susseguiti gli eventi,
che come si sa la avrebbero destinata all'esilio.
Invece, nella previsione sulla restaurazione monarchica in Italia,
Padre Pio individuò anche e con grande probabilità l'identità
del futuro Re. Nella lettera scritta dal frate, non è indicato
un discendente diretto del ramo Savoia-Carignano, e quindi
della famiglia di Vittorio Emanuele.
Anzi per quel ramo di Casa Savoia il frate scrisse che sarebbe
"rinsecchito come foglie secche su di un albero".
"Un diverso ramo di Casa Savoia restaurerà la Monarchia
in Italia, -continua il Santo nella missiva,-e riporterà Casa Savoia
alle antiche glorie e agli antichi splendori".
Sembra netta l'indicazione per il ramo Savoia-Aosta, di cui
il Principe Amedeo è Capo
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e che è stato riconosciuto ufficialmente come Capo di Casa Savoia
in data 9 luglio 2006, dalla Consulta dei Senatori del Regno,
organo creato da Re Umberto II negli anni '50.
Amedeo di Savoia-Aosta è stato riconosciuto Capo della Casa Reale
anche dalle sorelle di Vittorio Emanuele, tra cui Maria Gabriella,
che più volte si è dichiarata indignata del comportamento
"non consono per un Savoia" tenuto dal fratello.
In occasione dei festeggiamenti tenuti in onore del riconoscimento
da parte della Chiesa di Roma della santità di Padre Pio, i frati
del monastero, interpretando il volere di questi, non invitarono
un rappresentante delle autorità statali alle cerimonie religiose,
ma vollero e ottennero la presenza di Aimone di Savoia-Aosta,
figlio ereditario del Principe Amedeo.
Proprio nella cripta del Santo, un bassorilievo riporta l'immagine
di Padre Pio intento a predicare.
Di fronte a lui sono rappresentati un gruppo di persone raccolte
in preghiera e tra di queste spicca un giovinetto dell'età apparente
di circa quindici anni. Il ragazzo rappresentato lascia increduli
chi osserva il bassorilievo, in quanto indossa riconoscibilissimo
un Collare dell'Annunziata, e perchè è identico al Principe
Aimone di Savoia all'età di quindici anni.
Ma il bassorilievo venne realizzato quando il santo morì,
e Aimone di Savoia aveva solo un anno.
Come poteva l'artista realizzare una raffigurazione così precisa?
Si è alluso sulla stampa al fatto che il santo avesse dato istruzioni
riguardo all'opera.
Intanto proprio il luglio scorso il Principe Aimone
è stato incaricato dal padre di riorganizzare gli Ordini
Dinastici di Casa Savoia dopo i recenti scandali sulla
loro gestione da parte di Vittorio Emanuele.
"Intendo eseguire il volere testamentario di Re Umberto II al riguardo,
-ha spiegato il Principe in una recente intervista, - e tutti i Collari
dell'Annunziata creati da Vittorio Emanuele dopo il 1983, dovranno
essere restituiti e portati a Roma dove verranno deposti all'Altare
della Patria.
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Istituita la COMMISSIONE di AGIOGRAFIA
La Commissione di Agiografia del Movimento
«Rinnovamento nella Tradizione», che oggi, 6 gennaio 2009,
giorno dell'Epifania del Signore, inizia le sue attività,
si propone di ricercare, studiare, promuovere e divulgare
le diverse figure di beati e di testimoni del Vangelo che hanno
ampiamente costellato Casa Savoia.
Tali esemplari modelli di cristianità e di santità, sconosciuti ai più,
potranno finalmente essere riportati alla luce, divenendo così, oggetto
di interesse e di devozione, offrendo, allo stesso tempo, la dimostrazione
di quanto la corrispondenza alla chiamata e alla volontà di Dio
abbia caratterizzato la pietas e, soprattutto, la carithas dei Savoia.
Sovrani e sovrane, principi e principesse, duchi e duchesse, conti e
contesse della dinastia sabauda sono stati interpreti della luce del Vangelo
e oggi, poiché la Parola di Dio è eterna, possono continuare a dare
testimonianza del loro credo e degli alti ideali che hanno incarnato,
ideali che li hanno portati a compiere imprese che continuano a dare
tuttora i loro frutti.
Alcuni sono già beati e attendono di essere canonizzati, per altri sono
stati avviati, nel passato, remoto o prossimo, i processi di canonizzazione,
per altri ancora è indiscussa la fama di santità, alcuni, infine, hanno dato
prova di saper unire grande fede a grande sagacia politica: proposito della
Commissione è proprio quello di inventariare queste figure e collocarle
nella loro giusta posizione e di porle all'attenzione di tutti, facendo
emergere tutta la verità storica che li riguarda, senza le reticenze che
ancor oggi, purtroppo, caratterizzano buona parte dell'approccio
storiografico a queste figure.
Verrà pertanto a rendersi visibile quell'interessantissimo mosaico tra
Vangelo misto a storie patrie, dove gli eventi europei ed italiani si
intrecceranno in un caleidoscopio di virtù, a volte anche eroiche, da cui
si ergeranno, finalmente, quelle personalità che appartengono di diritto
alla Storia che distingue l'Europa e l'Occidente dal resto del mondo:
veri e propri paladini, lungo i secoli, della civiltà cristiana.
"Odite iniquitatem, custodite iudicium, facite iustitiam,
diligite pauperes, et Dominus dabit pacem in finibus vestris"
Beato Amedeo IX di Savoia
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