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Patologie della manifestazione religiosa
(troppo vecchio per rispondere)
bruti
2005-12-21 07:39:40 UTC
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PERFEZIONISMO:
DEFORMAZIONE PATOLOGICA
DELLA MANIFESTAZIONE RELIGIOSA



Muovendo dalle osservazioni sui pensieri irreali e sui dialoghi interiori
non è difficile identificare un tipo di pensiero irrazionale che è presente
in alcune manifestazioni deformate di religiosità.

Questa impostazione irrazionale consiste nella erronea identificazione che
alcuni fanno fra santificazione e perfezionismo.

In certi casi, addirittura, il perfezionismo potrebbe essere una
compensazione alla propria inferiorità - complesso d'inferiorità
sviluppatosi nell'infanzia - e in tal caso il nevrotico potrebbe giungere a
strumentalizzare la religione per proclamare la sua perfezione -
apparente -, per ottenere l'attenzione degli altri.

L'essere umano non può raggiungere la perfezione in alcuna cosa perché se
raggiungesse la perfezione in un solo aspetto della vita egli sarebbe
automaticamente ridiventato immortale.

La santificazione è la ricerca progressiva e paziente dell'unione con Dio.
Il perfezionismo nasce dalla confusione che viene fatta fra il modello
ideale verso cui camminare con l'impeccabilità, cioè con il proprio io
idealizzato.

La persona che cammina sulla strada della santità accetta serenamente i
propri peccati confessandoli nella sincerità mentre nel perfezionismo c'è un
orgoglioso turbarsi delle proprie imperfezioni. Il cristiano che vive con
vera pazienza la fede e si lascia plasmare da essa conserva la
consapevolezza delle verità indicate dai comandamenti, persevera nello
sforzo di combattere contro le illusioni del peccato e attraverso molte
sconfitte e debolezze diventa migliore. Il cristiano si differenzia dal
pagano non tanto perché è esente dal peccato ma perché ne conserva la
consapevolezza.

La santità è un paziente cammino, il perfezionismo è un voler arrivare a
fare ogni cosa nel miglior modo e in poco tempo. Nella santità c'è la gioia
di essere se stessi, nel perfezionismo c'è il rifiuto di se stessi ed il
desiderio di essere un altro. Nella santità c'è la serenità che conta
sull'amore di Dio, che si abbandona continuamente all'amore di Dio e alla
sua opera di trasformazione in noi, nel perfezionismo c'è la continua
preoccupazione che nasce dal pensiero dei propri difetti. La persona che
cammina sulla via della santificazione non si scandalizza per i peccati
propri e altrui, il perfezionista è sempre deluso o sorpreso per i peccati
propri e degli altri. Il perfezionista non conosce la pazienza che salva,
non sa attendere, non sa accettare la crescita progressiva, non sa
abbandonarsi nelle mani della provvidenza e si rattrista spesso ma la
tristezza non nasce mai dall'amore di Dio ma dall'amor proprio che agisce
camuffandosi dietro le apparenze della santità.

Un maestro di spiritualità come sant'Ignazio di Loyola ricorda che, nella
via dello spirito, la tristezza, i tormenti di coscienza, i dubbi, lo
scoraggiamento ed ogni atteggiamento che toglie la pace non provengono mai
da Dio che è pace, gioia, certezza, serenità, ma provengono dall'amor
proprio o dall'azione demoniaca.

Lo psichiatra svizzero Ermanno Pavesi, docente di antropologia psicologica
alla Gustav- Siewerth- Akademie in Germania, scrive che "- la teologia
cattolica con il suo - discernimento degli spiriti - ha cercato di
analizzare origine e natura di certi contenuti psichici. San Bernardo, ad
esempio, annovera sei differenti - spiriti - ai quali sarebbero soggetti la
vita psichica ed il comportamento umano: lo spirito divino, angelico,
diabolico, umano, del mondo e della carne ( cf il sermo de septem
spiritibus: l'uso di termini quali fantasmi o spiriti va inteso nel senso di
entità intrapsichiche e di realtà a se stanti ndr ). Nel singolo caso è
estremamente difficile, tra tutte le possibili influenze naturali,
preternaturali e sovrannaturali, riconoscere il vero movente del
comportamento umano o l'origine di certe fantasie, e si corre il pericolo di
semplificare il problema riducendo tutto a una sola causa.
Se Freud interpreta in modo esclusivamente psicologico tutti i fenomeni
della possessione, vi è anche il rischio di interpretare in chiave
demonologica comportamenti che hanno come movente lo - spirito umano- o lo -
spirito della carne -"-



Un grave errore cognitivo è quello di confondere la perfezione con il
perfezionismo.

Il perfezionismo è il modo IMPERFETTO di realizzare la perfezione.
Perfezione vuol dire fare in modo completo: perfezionarsi significa, prima
di tutto, portare a compimento la costruzione della propria personalità,
sviluppare le proprie potenzialità



La perfezione è un PROCESSO CONTINUO che dura per tutta la vita. Non
bisogna confondere il PERFEZIONARSI con il PERFEZIONISMO: il perfezionista
pretende, non di completarsi in modo graduale e continuativo, ma di
completarsi in maniera ASSOLUTA E DEFINITIVA e anche di completarsi in poco
tempo.



Fa parte del modo corretto di realizzare la perfezione imparare ad amare i
propri limiti, scoprire il proprio ruolo e i propri talenti, sforzarsi per
sviluppare le capacità personali non per superare gli altri né per ottenere
la simpatia e l'approvazione degli altri ma per propria soddisfazione, per
essere se stessi.



Fa parte del modo corretto di realizzare la perfezione accettare i propri
sbagli ed errori sforzandosi di fare il proprio meglio anziché il meglio
assoluto. Accettarsi, perdonarsi è la prima fonte di una pace maggiore ed è
anche la condizione giusta per completare gradualmente e dolcemente la
costruzione della propria personalità.

Sia verso gli altri, che verso se stessi bisogna avere un atteggiamento
pacifico, non aggressivo. Bisogna lavorare su se stessi in pace, con
atteggiamento compassionevole, accettando le sconfitte, ricominciando con
pazienza e sempre con amore, amore verso se stessi e verso gli altri. La
paura eccessiva nell'eseguire un compito deriva proprio dalla pretesa
assolutamente irrealistica di riuscire ad effettuarlo senza errori di
percorso e di effettuarlo in modo totale, assoluto, definitivo: ma
l'invincibilità,
l'infallibilità e la perfezione assoluta non fanno parte di questo mondo.

Questa pretesa nasce dalle manie di perfezionismo e conduce sempre alla
totale assenza di piacere nel raggiungere un obbiettivo ragionevole, porta
ad un logoramento psicologico che tende a sabotare lo stesso risultato che
si sta cercando, porta alla svalutazione sistematica di se stessi,
all'invidia
verso gli altri, all'ira e infine alla depressione. L'uomo che realizza in
modo corretto la perfezione, quando agisce, è simile ad un "alpinista" che
non è ossessionato dalla meta da raggiungere, né dalla vittoria degli altri,
né dall'approvazione degli altri ma si concentra sul processo della scalata,
si identifica con essa, trasforma ogni momento dell'"ascesa" ( che è fatto
anche di errori, cadute, arretramenti ) in una grande occasione di
apprendimento, accetta e affronta la fatica che precede ogni passaggio,
resta dentro il momento presente e lo contempla come fosse un'opera d'arte.



Il perfezionismo porta al SENSO DI COLPA PATOLOGICO.
Che cos'è il senso di colpa patologico?



Il senso di colpa fisiologico è la consapevolezza del danno che è stato
fatto a sé o agli altri: esso serve per rimediare il danno fatto, per quanto
è possibile, e per evitare danni futuri ma sempre mantenendo amore e
compassione per se stessi: nel senso di colpa fisiologico non viene meno
l'autostima.



Al contrario, il senso di colpa patologico ha come essenza il disprezzo di
sé e la mancanza di autostima.



Nostro Signore Gesù Cristo, nei suoi insegnamenti, ha condannato quelle
forme di rigorismo educativo che sono causa, spesso, dei sensi di colpa
malati e distruttivi.

Gesù sottolinea che non ci può essere vera educazione senza amore. Il
"rigorismo" educativo è l'eccessivo rigore applicato nello sviluppare le
facoltà intellettuali, fisiche e morali, specialmente dei giovani. Il
rigorismo è privo di ogni compassione e cioè di quello stato d'animo che
porta a soffrire dei mali altrui come se fossero propri. Nel rigorismo
educativo non rientrano solo le percosse brutali e i rimproveri selvaggi che
uccidono e distruggono la stima che l'individuo ha di sé: ci sono anche
degli sguardi, delle espressioni del viso e degli atteggiamenti di
"freddezza" capaci di ferire e di uccidere psichicamente. In molti genitori
ed autorità, è stata ed è presente questa modalità educativa che finisce per
separare la verità dalla carità.

Ma ogni separazione è opera demoniaca e Vangelo applicato in modo
unilaterale e distorto. Ogni rigorismo educativo dimentica l'insegnamento
più importante di tutti nell'esercizio di qualsiasi autorità e la cui non
osservanza produce gli effetti più deleteri. L'insegnamento è quello di San
Paolo apostolo:"" VOi, PADRI, NON ESASPERATE I VOSTRI FIGLI! "".

Due altri insegnamenti di Gesù sono fondamentali in ogni processo
educativo:"" NON GIUDICATE, PER NON ESSERE GIUDICATI! "" e l'altro sulla
correzione fraterna:" SE UN TUO FRATELLO PECCA, RIMPROVERALO; MA SE SI
PENTE, PERDONAGLI.

E SE PECCA SETTE VOLTE AL GIORNO CONTRO DI TE E SETTE VOLTE TI DICE: MI
PENTO, TU GLI PERDONERAI "".

Molti bambini, dipendenti e fedeli adulti hanno sperimentato e sperimentano
l'autorità come istituzione "esasperante" perché coloro che detengono
l'autorità non danno sufficiente ascolto a questi insegnamenti del Vangelo.

Gesù dice di rimproverare ma anche di perdonare sette volte al giorno chi
si pente. Che significa?

Prima di tutto significa che dobbiamo perdonare noi stessi in maniera
continuativa: infatti non è possibile amare e perdonare gli altri se non
amiamo e perdoniamo prima noi stessi: " Ama il prossimo tuo come te
stesso""..........

Accettarsi, amarsi, perdonarsi è il PRIMO REQUISITO
INDISPENSABILE PER SVILUPPARE LE PROPRIE POTENZIALITA'.



RIPETO: Accettarsi, perdonarsi è la prima fonte di una pace maggiore ed è
anche la condizione giusta per completare gradualmente e dolcemente la
costruzione della propria personalità.



Dopo aver imparato ad amare e perdonare noi stessi possiamo amare e
perdonare gli altri.

Infatti, tutte le persone che hanno tendenze comportamentali disordinate
devono essere costantemente accettate, amate, perdonate, ma, invece di
essere approvate, devono essere incoraggiate a combattere contro le loro
tendenze disordinate. Qualsiasi persona vivente sulla faccia della terra ha
problemi e difficoltà personali, ma anche opportunità di crescita. In ogni
uomo deve essere riconosciuta la libertà fondamentale che caratterizza
l'essere
umano: grazie a questa libertà, lo sforzo umano, illuminato e sostenuto
dalla grazia di Dio, potrà consentire a ogni persona di liberarsi
progressivamente dai propri comportamenti disordinati

Tuttavia, ciò che più conta è l'intenzione e il "lavoro" fatto, non i
risultati: Dio guarda il- cuore -.

Per quanto riguarda il "giudizio", fatto salvo il dovere, per
l'autorità,
di esigere la riparazione del male compiuto a danno degli altri e di mettere
in condizione di non nuocere chi attenta ai diritti del prossimo, Gesù dice
che non bisogna giudicare con l'intenzione di condannare, ma con
l'intenzione
di aiutare e di condurre il nostro prossimo nella strada del bene. Le opere
di misericordia spirituali, consistenti nell'insegnare a coloro che ignorano
e nell'ammonire i peccatori ( cioè coloro che prendono una strada
sbagliata), comportano il giudizio delle azioni del nostro prossimo, cioè
quell'attività intellettuale che confronta le azioni con le verità indicate
dai comandamenti - che sono il riassunto della legge morale naturale-, per
valutare se esse sono conformi o difformi dai comandamenti: infatti Gesù
dice di rimproverare chi prende una strada sbagliata.

Possiamo e dobbiamo giudicare le azioni del nostro prossimo per aiutare i
fratelli a camminare lungo le strade giuste ma non ci è consentito di
emettere un giudizio sulle intenzioni perché solo Dio conosce l'intenzione
che si nasconde nel - cuore - dell'uomo: solo la giustizia di Dio ha
conoscenza della vera colpa interiore.



PSICOPATIE CON SINTOMI A CONTENUTO RELIGIOSO


Scrive Giacomo Dacquino che - le turbe della religiosità sono manifestazioni
di una psicopatia che si esprime con sintomi a contenuto religioso.
L'aspetto
religioso non è quindi la causa, ma solo la conseguenza della malattia e il
legame fra religione e psicopatia è soltanto accidentale - .



Dacquino descrive alcune forme deviate di religiosità che nascono da
patologie mentali. Il narcisista, ad esempio, può dare luogo ad una
religiosità narcisista dove la religione serve come strumento di auto
esaltazione: il narcisista vive chiuso nella sua presunta superiorità
spirituale passando la vita a contemplare le sue pulsazioni sentimentali.

Soggetti psicologicamente dipendenti possono dare vita ad una religiosità
dipendente in cui prolungano la loro dipendenza infantile non risolta nei
confronti dei genitori: sono soggetti che hanno una fondamentale sfiducia in
se stessi e sono incapaci di decidere autonomamente. Aderiscono ad ogni
fatto religioso in modo acritico, trasformano ogni riflessione religiosa in
un dogma di fede, credono che Dio diriga tutte le circostanze delle loro
vita perché temono la propria libertà e la responsabilità che essa comporta.
Per il soggetto dipendente ogni trauma della vita è visto come un tradimento
da parte di Dio che non ha più continuato a proteggerlo.

L'egocentrico può dare origine ad una religiosità gratificante dove Dio è
concepito come un burocrate che distribuisce favori: ogni atto religioso è
visto come un rapporto di tipo contrattuale con la potenza di Dio a cui
l'egocentrico
ricorre solo in caso di bisogno.

Il bambino di 5-6 anni crede nell'esistenza di una punizione automatica
che lo raggiunge subito dopo la colpa. Questa idea magica della punizione,
se non scompare con l'adolescenza e persiste in età adulta, diventa una
psiconevrosi. Questi immaturi possono costruire una religiosità da timore
caratterizzata da un comportamento puramente legalistico e negativo - non
fare peccati - e ogni gesto religioso diventa un gesto di tipo magico fatto
per placare l'ira di Dio. Il masochista costruisce una religiosità di tipo
masochista per punirsi, per godere della propria nullità, per auto
mortificarsi: la sofferenza non ha, per il masochista, un significato
passeggero di prova, ma viene ricercata per se stessa.

L'ipomaniaco dà luogo ad una religiosità ipomaniacale dove egli assume la
parte dell'angelo che considera cattivi tutti gli istinti naturali ed è
spietato verso le debolezze degli altri: l'ipomaniaco manifesta un
proselitismo dominatore, una ostentata umiltà e una cortesia esagerata che
mascherano una notevole superbia e una particolare aggressività.

Gli ossessivi creano una religiosità ossessiva caratterizzata da continui
pensieri impuri e blasfemi durante la preghiera, nei luoghi sacri,
avvicinandosi ai sacramenti. Essi hanno continuamente il dubbio ossessivo di
aver fatto male la comunione o la confessione e credono sempre di aver
commesso qualche peccato.

Certi casi di ateismo, infine, hanno un'origine nevrotica dovuta al
mancato superamento del conflitto che il bambino ha vissuto con i genitori.
Il bambino proietta in Dio il modello parentale: la visione antropomorfica
infantile di Dio resta in stretta relazione con le espressioni affettive
parentali. Un mancato superamento del conflitto figlio - genitori con
conseguente proiezione genitori - Dio può causare distacco dalla pratica
religiosa e ateismo di tipo nevrotico.



L'adulto maturo, sebbene sia passato attraverso il processo di
identificazione infantile genitori - Dio, è in grado di cogliere le
caratteristiche specifiche della divinità. Per l'adulto immaturo, invece, il
simbolo di Dio non è soltanto un'immagine che serve a tradurre una realtà
superiore ma coincide totalmente con la realtà conosciuta, per cui Dio è
come il padre, la Madonna o la Chiesa sono come la madre, Cristo è come un
fratello.





MISTICA E SCIENZE UMANE


Non bisogna cadere nell'errore di considerare i fenomeni mistici come
appartenenti alla sfera della psicopatologia, soffermandosi solo sulle
somiglianze che esistono fra questi fenomeni.

Lo psichiatra Enzo Arena, dell'università di Catania, precisa che un
sintomo può essere considerato patologico solo all'interno di un contesto
unitario che lo vive in quanto tale.

Quando è stato stabilito che una persona non è affetta da malattia
mentale, le visioni, le estasi e tutte le manifestazioni extrasensoriali
devono essere considerate delle manifestazioni straordinarie e non
patologiche.

Nel malato di mente la - regressione - non ha la possibilità di
finalizzarsi ad alcun obbiettivo, il mistico, invece, ha forti capacità
comunicative anche quando si ritira a vita eremitica, conserva un buon
contatto con il reale e una adeguata operosità anche al culmine dell'unione
trasformante con Dio. Mancano nel mistico i tipici segni di dissociazione e
deterioramento mentale: il mistico, inoltre, non esibisce sfacciatamente a
tutti la propria esperienza soprannaturale ma la tiene celata nell'umiltà,
mostra sempre un sereno ottimismo, manca la disperazione ed il risentimento
di chi si sente accusato ingiustamente. Nel mistico la sofferenza non è
amata di per sé come nel masochista, né assume solo un significato
espiatorio come nel depresso ma ha solo un significato di momentanea
purificazione permessa da Dio per raggiungere una situazione di non
sofferenza.

Nel mistico mancano i tratti dei fanatici - alta concezione di sé,
diffidenza, autoritarismo - e sono assenti i tratti paranoicali - assenza di
autocritica, impulsività, disprezzo della verità, comportamento
egosintonico -. I mistici, pur conoscendo lotte e tentazioni, hanno una
personalità forte ed equilibrata, dimostrano di essere costanti
nell'esercizio
delle virtù, al contrario degli psicopatici che sono vittime della loro
incostanza o della loro agitazione.

Secondo lo psichiatra Giambattista Torellò un criterio per distinguere il
vero dal falso mistico consiste nell'atteggiamento che il vero mistico ha
nei confronti dei fenomeni straordinari: il vero mistico non cerca
assolutamente di avere certi doni straordinari per timore di essere
ingannato dalla fantasia o dal demonio, anzi, cerca di respingerli, senza
nemmeno voler esaminare se essi sono buoni o cattivi. San Giovanni della
Croce giunge a dire che i doni straordinari devono essere respinti tutti a
priori perché, anche se qualche dono straordinario venisse da Dio, non per
questo gli si fa ingiuria dato che il frutto che Dio vuole produrre
nell'anima
per mezzo di tali doni viene ottenuto istantaneamente prima ancora che
l'anima
possa respingerli.


( Bruto Maria Bruti )
solania
2005-12-21 17:31:36 UTC
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.....complimenti, è bellissimo !! :-)
anthony
2005-12-21 17:37:13 UTC
Permalink
Post by bruti
DEFORMAZIONE PATOLOGICA
DELLA MANIFESTAZIONE RELIGIOSA
CUT
....
Post by bruti
Secondo lo psichiatra Giambattista Torellò un criterio per distinguere il
vero dal falso mistico consiste nell'atteggiamento che il vero mistico ha
nei confronti dei fenomeni straordinari: il vero mistico non cerca
assolutamente di avere certi doni straordinari per timore di essere
ingannato dalla fantasia o dal demonio, anzi, cerca di respingerli, senza
nemmeno voler esaminare se essi sono buoni o cattivi. San Giovanni della
Croce giunge a dire che i doni straordinari devono essere respinti tutti a
priori perché, anche se qualche dono straordinario venisse da Dio, non per
questo gli si fa ingiuria dato che il frutto che Dio vuole produrre
nell'anima
per mezzo di tali doni viene ottenuto istantaneamente prima ancora che
l'anima
possa respingerli.
( Bruto Maria Bruti )
Mi hai fatto molto riflettere su come vivo la religiosità, vorrei però che
tu o qualcun'altro mi spiegasse l'ultimo passaggio che ho quotato, non l'ho
capito molto.
Un'ultima cosa, vorrei, se possibile, la fonte di ciò che hai scritto, mi
piacerebbe approfondire.
Grazie.
Bruti
2005-12-22 14:18:53 UTC
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Post by anthony
Mi hai fatto molto riflettere su come vivo la religiosità, vorrei però che
tu o qualcun'altro mi spiegasse l'ultimo passaggio che ho quotato, non l'ho
capito molto.
Un'ultima cosa, vorrei, se possibile, la fonte di ciò che hai scritto, mi
piacerebbe approfondire.
Caro Anthony,

il vero mistico non ostenta i suoi doni ma ne ha addirittura timore; timore
di essere ingannato dalla fantasia.

Egli non li cerca assolutamente ma, per prudenza, addirittura li respinge:
tanto, se vengono veramente da Dio, essi danno i loro frutti ugualmente,
prima ancora che vengano rifiutati.

Bibliografia essenziale
delle fonti ( per il resto sono riflessioni e integrazioni personali ):

Giacomo Dacquino, Religiosità e psicanalisi, Sei, Torino 1980, pp. 27-28.

Giambattista Torellò, Psicanalisi o confessione? Ares, Milano 1989;

Ludovic Marie Barrielle, Regole per il discernimento degli spiriti,
Saint-Gabriel, Martigny ( Svizzera) 1981;

Jacques Philippe, La Pace del cuore, ed Dehoniane, Roma 1993;

Ermanno Pavesi, Magnetismo animale, ipnotismo, psicologia del profondo, in
Lo Spiritismo, a cura di Massimo Introvigne, editrice Elle di ci;

Giambattista Torellò, Dalle Mura di Gerico, note di psicologia spirituale,
Ares, Milano 1987;

Enzo Arena , Psicopatologia ed esperienza mistica, in AA.VV. Mistica e
scienze umane, ed Dehoniane, Napoli 1983;

Riccardo Parisi e Rina Imbesi, Cammino mistico, fenomeni mistici e
psichiatria, in AA.VV. Mistica e scienze umane, op. cit.;

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Antoine
2005-12-21 20:16:27 UTC
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Post by bruti
DEFORMAZIONE PATOLOGICA
DELLA MANIFESTAZIONE RELIGIOSA
CUT

Grazie, Bruti. Copiato e trasferito su Word. Posso distribuirlo a qualche
amico?

Buon Natale

cordialmente

Antoine
Post by bruti
( Bruto Maria Bruti )
Bruti
2005-12-22 14:17:54 UTC
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Post by Antoine
Grazie, Bruti. Copiato e trasferito su Word. Posso distribuirlo a qualche
amico?
Caro Antoine,
puoi certamente inviare il documento ai tuoi amici.


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