Post by g***@gmail.comSe una donna o un uomo divorziano per gravi e seri motovi perché la Chiesa non vaglia col consenso di unò dei due il responso del giudice e visti le cause può allora dare un suo giudizio. Per quale motivo la sacraz ruota non può annulare il matrimonio sotto la richiesta di uno dei due. Io personalmente conosco un mio grande amico che per motivì serissimi di vita e non sessuale che qui non posso specificare per ovvi motivi. Lui con il tempo si é risposato civilmente come puo la chiesa condannarlo lui va sempre alla messa e fa la comunico perché è un credente e deve essere condannato?
Perché il tuo amico non ha chiesto l'annullamento del matrimonio?
Al giorno d'oggi conosco ben pochi matrimoni che non siano nulli, vista
la coscienza con cui nubendi si presentano all'altare. Basta che uno dei
tanti possibili vizi del consenso siano dimostrati da prove anche solo
testimoniali per poter ottenere l'annullamento. La semplice non
accettazione dei figli mediante una contraccezione voluta e dichiarata
in precedenza, anche senza immaginare che di fatto contraddica l'intento
(su cui si viene esplicitamente interrogati) di accettare i figli come
dono, è già un vizio esiziale. Come anche il considerare la promessa di
fedeltà vincolata alla fedeltà reciproca, quando tale condizione non è
affatto contemplata, è un vizio che se dimostrato porta all'annullamento.
Insomma nella mentalità attuale in cui anche i cristiani sono immersi, è
davvero difficile trovare coscienze limpide di quanto richiedono e
implicano le promesse matrimoniali, tali da rendere il matrimonio valido.
Perciò al tuo amico va suggerito di seguire la via dell'annullamento e
della regolarizzazione della propria situazione. E questo, non solo, e
direi non tanto, per la sua salvezza quanto per evitare di
scandalizzare, cioè di indurre in errore altri (per cui Cristo stesso
pronuncia un grave "guai"). Se pubblico è stato il matrimonio, pubblico
deve essere l'annullamento, perché la nuova unione sia moralmente lecita.
Il problema del fare la comunione è a mio avviso un problema -come ho
appena detto- di scandalo possibile e di retta coscienza.
Quanto allo scandalo, se uno fa la comunione e si sa che ha divorziato e
vive more uxorio con un'altra donna, il fatto che gli venga consentito
induce altri a credere che vada tutto bene e quindi che il ripudiare la
moglie sia cosa possibile, mentre così non è. Poiché non tutti possono
conoscere la singola situazione lo scandalo diventa inevitabile.
Dal punto di vista della coscienza personale essa è necessariamente
parziale (non siamo onniscienti) quindi la coscienza per essere retta
deve in primis ammettere questa limitatezza; di conseguenza il giudizio
della propria RETTA coscienza deve ricercare il confronto (e il
conforto) e il vaglio con la Chiesa e quanto essa propone. Sia d'esempio
l'episodio di Pietro che dice a Gesù di non andare Gerusalemme con il
sacrificio che ciò avrebbe comportato, e Gesù lo riprende dicendo "tu mi
sei di scandalo".
Va inoltre ricordato che la salvezza non viene dalla realizzazione dei
nostri sogni o progetti. Gesù dice chiaramente che quanto esce dal di
dentro dell'uomo lo contamina, perciò anche se i nostri sogni e i nostri
progetti non sono necessariamente sbagliati, sono tuttavia gravati dalla
concupiscenza, il voler possedere la propria vita con quanti e quanto la
toccano determinandone le condizioni. Questa bramosia viene superata
dall'affidamento per cui su tutto sovrasta il "non la mia ma la tua
volontà" o, con un proverbio popolare, "l'uomo propone e Dio dispone".
Cioè, è per la nostra salvezza che dobbiamo consentire alle condizioni
che Dio pone per indicare la nostra vocazione, mentre il pretendere di
imporre le proprie condizioni e le proprie aspettative ci fa perdere
anche quanto abbiamo. Detto con le parole di Gesù: "chi vorrà salvare la
propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia la
salverà".
Perciò se un matrimonio non si riesce a dimostrarlo nullo, va
considerato valido almeno per i fratelli nella fede che altrimenti
avrebbero scandalo comportandosi come se non fosse tale. Nel caso di
matrimonio valido rinnegato dal consorte, chi è rimasto fedele deve
ripensarsi come quell'atleta cui hanno sparato per sbaglio rendendolo
paraplegico: inutile recriminare, la nuova condizione è di una
menomazione, e secondo tale condizione occorre ripensarsi accettandola.
Post by g***@gmail.comQuanti eŕori la Chiesa cCattolica ha fatto e dopo secoli si è scusata non si può al mondo di oggi è con tutte le informazionì aspettare secoli perché io in questo momento attraverserei lo stesso problema. Gradirei una risposta da una persona competente ho sentito tanti sacerdoti e mpltissimi dannno una interpetrazione una diversa dall'altra. Gradiŕeiuna risposta anche perché sono un oblatp di un mpnastero
Non mi risulta che la Chiesa si sia scusata per errori sulla dottrina.
Quella sul matrimonio poggia sulle parole inequivocabili di Gesù stesso
"non osi separare l'uomo ciò che Dio ha unito" (cfr Catechismo §§
1614-1615).
Se diversi sacerdoti ti danno pareri diversi, riferisciti al Magistero
inequivoco della Chiesa, iniziando dal Catechismo della Chiesa Cattolica
(Articolo 7: §§ 1601-1666).
In particolare per la separazione ed il divorzio vedi i §§ 1648-1651.
Ed eventualmente selezioni tra i sacerdoti quelli che più chiaramente si
riferiscono al Catechismo e al Magistero sempre valido della Chiesa.
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